Dop economy. Coldiretti: "La Toscana con Siena e Firenze nella top 20 nazionale"

All’Innovation Center di Firenze il punto sulla riforma del sistema delle indicazioni geografiche con l’Europarlamentare e relatore Paolo De Castro.

Firenze: Siena e Firenze nella top 20 delle province italiane per impatto economico delle produzioni di qualità DOP e delle IGP. Siena, al nono posto con 676 milioni di euro e Firenze al ventesimo posto con 273 milioni di euro trainano la Dop Economy regionale che con 89 prodotti tra vino e food vale complessivamente 1.361 miliardi di euro (+18,6%) ed il quinto posto nazionale. Nella speciale classifica tutta Toscana invece seguono, dopo Siena e Firenze, la provincia di Grosseto con un impatto economico delle indicazioni geografiche di 121 milioni di euro, Arezzo con 96 milioni di euro, Livorno con 63 milioni di euro, Pisa con 59 milioni di euro, Pistoia con 33 milioni di euro, Prato con 22 milioni di euro, Massa Carrara con 10 milioni di euro e Lucca con 8 milioni di euro. A rivelare la speciale classifica della Dop Economy regionale è Coldiretti Toscana sulla base del Rapporto Qualivita – Ismea 2022 presentato nell’ambito dell’evento sulla riforma del sistema delle indicazioni geografiche che si è tenuto all’Innovation Center di Firenze con l’apertura della vetrina della Dop Economy. In occasione della presentazione è stato aperto al pubblico presente il salone della Dop Economy regionale: dal vino con il Chianti ed il Chianti Classico all’olio extravergine Igp, dal pane toscano al miele della Lunigiana, dal fagiolo di Sorana al Lardo di Colonnata Igp passando per lo Zafferano di San Gimignano Dop, il farro della Garfagnana Igp fino al Panforte di Siena Igp.


All’iniziativa hanno partecipato in qualità di relatori Paolo De Castro (Europarlamentare relatore della riforma), Sen. Patrizio Giacomo La Pietra (Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste), Stefania Saccardi(Vicepresidente ed Assessora Agroalimentare Regione Toscana), Mauro Rosati (Direttore Generale Qualivita e Origin), Riccardo Fargione (Centro Studi Divulga), Luigi Scordamaglia (Consigliere Delegato Filiera Italia), Fabrizio Filippi (Presidente Coldiretti Toscana) e Angelo Corsetti (Coldiretti Toscana).

“Sono chiare, da questi numeri, le motivazioni per cui, per la nostra regione, e per tutto il sistema dei Consorzi di Tutela, delle imprese agricole, delle filiere e dei consumatori, la riforma del sistema delle indicazioni geografiche in discussione in Europa assume una rilevanza vitale per il futuro della nostra Dop Economy. Non ci possiamo permettere errori e la presenza dell’Europarlamentare De Castro, in qualità di relatore della riforma, è un elemento ulteriore di tutela dei nostri interessi. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – E’ necessario da un punto di vista aumentare il livello di tutela con le indicazioni geografiche ma anche rendere più attuali le IG senza abbassare il livello di guardia. Cosa sarebbe oggi Montalcino o Bolgheri senza le indicazioni geografiche del vino? Sono esempi in cui un prodotto agricolo fa da traino economico al territorio. E’ questa la strada che noi vogliamo continuare a difendere per lo sviluppo della nostra economia”.

Il contributo principale ai primati della DOP Economy provengono principalmente dal vino con 58 produzioni a denominazioni (52 DOP e 6 IGP), di cui 4 tra le principali 20 italiane (Chianti Dop, Chianti Classico, Brunello di Montalcino Dop e Toscano Igp) con 1.183 milioni di euro di impatto economico e 5.839 operatori coinvolti. Il comparto food crea invece un valore complessivo di 178 milioni di euro grazie a 31 prodotti (16 IGP e 15 IGP) con 11.938 operatori e al primato nazionale dell’olio extravergine con 29 milioni di euro.

“Arriveremo ad un testo finale intorno alla metà di aprile per poi votarlo in commissione agricoltura e poi Plenaria. – ha spiegato l’europarlamentare, Paolo De Castro relatore della riforma - Non ho però grandi preoccupazioni. L’Italia, insieme a molti paesi, vuole realizzare finalmente un testo unico della qualità per rafforzare i consorzi di tutela, per aumentare il livello di difesa internazionale ed europeo per imitare le imitazioni; abbiamo bisogno di rendere più forti e stringenti le norme a tutela delle indicazioni geografiche. E poi la semplificazione: i nostri produttori non possono aspettare anni per una modifica del disciplinare. Vogliamo regolare i tempi per rendere le cose più semplici e dare gli strumenti per essere più competitivi. L’unico neo – ha detto l’Europarlamentare - è la richiesta di alcuni produttori di vino di rimanere fuori dal testo unico quando sarebbe invece importante avere un unico sistema di denominazioni per vino ed alimenti. La difesa delle Ig in Europa è una partita che va giocata tutti insieme”.