Diaccia Botrona, Gori (M5S) risponde al consigliere provinciale Andrea Maule

Grosseto: "L’intervento del consigliere provinciale Andrea Maule mi spinge a ritornare sull’argomento Diaccia Botrona e riferire ai cittadini che in questi mesi di “apparente” silenzio, il Movimento 5 stelle ha lavorato e sta lavorando intensamente per scongiurare la vendita e conseguente privatizzazione di quei terreni e di quelle zone umide tra le più belle al Mondo", dice Giacomo Gori, consigliere comunale M5S Grosseto.

"L’esponente della Lega nonché consigliere provinciale di Grosseto, stia quindi sereno: - prosegue Gori - il sottoscritto, insieme a tutto il Movimento 5 stelle, difende davvero i beni comuni, i servizi pubblici; ovvero quell’economia fondamentale la cui salvaguardia e valorizzazione incide notevolmente sul benessere dei cittadini. Non come il suo partito e tutta la coalizione di cui fa parte, a tutti i livelli istituzionali, dove si è sempre contraddistinto nel votare a favore ogni atto, norma o legge che nel tempo hanno privatizzato enormi ricchezze e beni fondamentali per la collettività, come l’acqua, l’energia, il servizi sanitari, l’istruzione, i trasporti, i servizi di cura e via discorrendo.


I 950 ettari ricadenti nel comprensorio della Diaccia Botrona sono un patrimonio pubblico che rientra a pieno titolo nella categoria di quei beni, la cui natura e funzione alimentano quella che viene definita “Economia fondamentale”, la quale, resti inteso, non è mai stata curata né salvaguardata neppure dall’altra parte politica, rappresentata dal Partito Democratico. Dal tono delle sue dichiarazioni, non si capisce se il consigliere Maule rivendica la bontà dell’iniziativa dell’ex presidente della provincia, Vivarelli Colonna, oppure adesso che si trova all’opposizione, in qualche modo tenda ad assumere una posizione diversa nei confronti della vendita dei suddetti terreni. Ha l’opportunità di chiarirlo. Ma una cosa è certa, ossia che il consigliere Maule dovrebbe fare molta attenzione a parlare di questo argomento ed il silenzio sarebbe per lui e per tutta la parte politica che contribuisce a rappresentare, un buon viatico.

Il tema è per sua natura, molto complesso. E la situazione s’è fatta in questi mesi sempre più difficile a causa di un atteggiamento poco collaborativo da parte dell’attuale presidente della provincia Francesco Limatola e della sindaca di Castiglione, nonché consigliera provinciale di maggioranza, Elena Nappi. Con questo, non posso e non voglio dire che i due esponenti politici, importanti rappresentanti delle istituzioni, non rispetteranno gli impegni presi con me ed il Movimento 5 stelle, cittadini compresi. Anche perché, e loro lo sanno, il lavoro che tra poco presenteremo, apre le porte ad una effettiva, concreta e legittima possibilità di fermare immediatamente la vendita della Diaccia Botrona.

Dico piuttosto, che le motivazioni e le preoccupazioni fin qui addotte dai due firmatari del patto politico sono molto labili, ed il troppo sostegno ad esse, potrebbe indurre a pensar male. Ma, come il presidente racconta di sé, ovvero di un politico che studia gli atti, che si informa, che non agisce mai d’impulso, ci fa ritenere che, prima di firmare l’impegno che lo ha portato ad essere presidente grazie al mio voto, ha studiato e verificato la possibilità di annullare la vendita. E adesso che siamo andati in fondo pure noi, posso dire a Limatola, alla Nappi ed ai cittadini, che è proprio così. Oppure il presidente Limatola ha firmato l’atto di vendita senza dirci nulla? Questo ci vuol dire il consigliere Maule? Sarebbe gravissimo e comporterebbe delle conseguenze molto rilevanti. Noi crediamo di no. Anche perché il Partito Democratico da questa storia potrebbe riscattarsi. Potrebbe mandare ai propri elettori un segnale tangibile di cambiamento vero", conclude Giacomo Gori.