Dazi, ecco l’impatto sulle imprese Cna che esportano negli Usa
L’analisi di Pietro Re (Olio Tamìa) e Simone Bianchini (Stilhaus Arredo bagno)
Viterbo: “Abbiamo sentito alcuni dei nostri associati: i dazi rischiano di avere conseguenze anche per le piccole e medie imprese della Tuscia. Siamo preoccupati e seguiamo l’evolversi della situazione”. Il segretario della Cna di Viterbo e Civitavecchia, Attilio Lupidi, sintetizza così il confronto con alcune delle aziende viterbesi che esportano negli Usa.
Stilhaus Arredo bagno e Olio Tamìa: ecco quali ricadute si aspettano i diretti interessati dalle misure imposte dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. “Una panoramica, quella delle imprese Cna – dice Lupidi – su ciò che potrebbe accadere in alcuni settori importanti dell’economia locale”.
Simone Bianchini di Stilhaus è anche vicepresidente della Cna di Viterbo e Civitavecchia: nel suo caso, “i dazi possono rivelarsi un boomerang proprio per gli Usa. Noi lì esportiamo, ma anche confrontandomi con i clienti sul posto, nel nostro settore avranno effetti negativi più sul loro mercato che sul nostro”. Ecco il motivo. “Chi acquista questo genere di prodotti – spiega Bianchini – è disposto e ha disponibilità a spendere una certa cifra. C’è dunque preoccupazione, ma al momento non impatterà sulla nostra occupazione o sulla produzione generale. La fetta del mercato Usa è importante ma non determinante, anche per altre aziende del nostro settore”.
La qualità è ciò che salva l’arredo bagno made in Tuscia. “Già esportiamo in altri paesi che hanno dazi e acquistano lo stesso. È un discorso – continua Bianchini – che vale per un certo tipo di prodotto di fascia alta. Certo, se andiamo sull’automotive o su prodotti industriali, dove chi compra guarda di più al prezzo, lì sarà molto diverso. Per quanto ci riguarda, queste misure saranno un boomerang sulla loro economia, con incrementi importanti”.
Pietro Re, con le varie tipologie del suo Tamìa, negli Stati Uniti è quasi un’istituzione, avendo vinto molti premi. “Per noi – commenta – quello è un mercato che vale oltre il 20 per cento, dunque timori ne abbiamo. Il nostro cliente più grande, appena a gennaio, ha raddoppiato l’ordine dall’anno scorso”.
Sull’olio i dazi erano al 4 per cento e ora il balzo è al 20. In alcuni casi mezzo litro viene venduto a 48 dollari: un prezzo destinato a salire. “Può essere un danno” spiega ancora Re, che negli Usa ha diversi clienti, tra negozi online in New Jersey e grandi superfici gourmet. C’è un pallet di suoi prodotti partito da pochi giorni che arriverà dunque a destinazione con i dazi in vigore. “Gli Stati Uniti per noi sono uno dei mercati più importanti. Ed è in grossa crescita, anche perché gli americani stanno scoprendo i benefici in termini di salute”.