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Cooperazione, al via la scuola di formazione di Confcooperative Toscana
La presidente Fiaschi: “Urgente innovare modi e forme della rappresentanza. Il primo passo è investire su competenze e formazione”
Firenze: Parte la scuola di formazione di Confcooperative Toscana. Sono 24 i cooperatori provenienti da ogni parte della Toscana che si sono dati appuntamento alla Camera di Commercio di Firenze: rappresentano tutti i settori/federazioni della cooperazione, giovani ma anche over50, amministratori di cooperativa ma anche semplici operatori.
In cattedra docenti universitari come Giancarlo Rovato, sociologo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Letizia Materassi, dell'Università di Firenze, l’amministratore delegato di Power Energia, Cristian Golinelli, ma anche il segretario della Camera di Commercio di Firenze, Giuseppe Salvini, e il professore Luca Gori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
Nella sede della Camera di Commercio di Firenze si è tenuto un incontro che ha costituito lo “start” del percorso di formazione. Un confronto tra la presidente di Confcooperative Toscana, Claudia Fiaschi, e il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, il sociologo Giancarlo Rovati, ha moderato la giornalista de La Nazione di Firenze Cristina Privitera.
“Abbiamo voluto inaugurare un percorso formativo di alta rappresentanza, con l’ambizione di rivedere, aggiornare e ricostruire il ruolo del “rappresentante” di un’associazione di categoria. Fare rappresentanza di impresa in modo efficace è un lavoro che non si improvvisa. Tantomeno lo è in un periodo storico che richiede innovazione di modi e forme della rappresentanza. C’è un grandissimo bisogno di formazione in questo ambito - dichiara Claudia Fiaschi, presidente di Confcooperative Toscana - e abbiamo deciso di partire proprio da qui. La formazione rappresenta uno strumento strategico per acquisire consapevolezza di ruolo, conoscenze, competenze per animare la partecipazione dei soci alla costruzione dei contenuti di rappresentanza e competenze negoziali e di rappresentanza verso i diversi interlocutori e le istituzioni”.
“L’associazionismo imprenditoriale in Italia - dice Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative - non è forte come vorremmo. La rappresentanza, in taluni frangenti, rischia l’irrilevanza. Chi rappresenta la cooperazione si propone come agente attivo per ripianare gap che insistono sui territori. Le cooperative, infatti, sono imprese costituite da persone al servizio delle persone e delle comunità. È alla luce di queste caratteristiche dell’impresa cooperativa che va parametrata l’attività di rappresentanza che non è solo fare lobby, ma avere una visione di paese che può essere migliorata dall’azione delle nostre imprese. Chi fa rappresentanza, così come chi guida le cooperative, dovrà sviluppare capacità non solo di rappresentanza imprenditoriale, ma anche e soprattutto affinare la sensibilità per intercettare i bisogni e trovare le risposte più adeguate alle crescenti richieste di una società complessa e in continua metamorfosi”.