Controvento, riflessioni sulla pandemia nel libro di Francesco Carbini

Quarantena, distanza, tamponi, Recovery plan e un vasto repertorio di parole ed espressioni che oggi sembrano confinate nella memoria di un periodo difficile e doloroso.

Firenze: Le ha raccolte e ordinate con spirito ostinato e contrario Francesco Carbini nel suo libro Controvento, edito da Aska e presentato presso la sede della Giunta regionale a Palazzo Strozzi Sacrati.

“Il periodo della pandemia – nelle parole del presidente Giani è una stagione che ha segnato profondamente la nostra comunità e le nostre vicende individuali che dobbiamo ripercorrere. Un evento al quale non eravamo assolutamente preparati e abbiamo affrontato privi del bagaglio di memoria “vissuta” di esperienze simili, troppo lontane nel tempo per essere ricordate, come l’epidemia di “spagnola” del 1919 e il suo tragico bilancio di vittime, settecentomila, superiore a quello dei caduti nella Prima guerra mondiale. Il libro di Francesco Carbini rimette a fuoco i giorni che vanno dal 2020 al 2021 e rimuove quel comprensibile desiderio di rimozione per riflettere su quello che la pandemia ha significato per la società italiana. Accanto alla cronaca, con grande sensibilità, nel libro ci sono pensieri, idealità, impegno e anche una riflessione su come la politica ha gestito il periodo dell’emergenza sanitaria che propone spunti per farsi domande sul sistema sociale ed economico italiano nel suo complesso, l’importanza del buon governo, la consistenza di valori e idee messi alla prova dall’improvvisa ed urgente necessità di trovare risposte a domande che nessuno aveva dovuto porsi prima”.

In collegamento da Milano, la giornalista Hoara Borselli, autrice della postfazione del libro, sottolinea il significato particolare del titolo Controvento sottolineando “l’importante ruolo della “pecora nera” che si ferma a guardare e studiare ed osservare quello che la massa delle “pecore bianche” trascura. E’ quello che ha cercato di fare Francesco Carbini fermandosi su quel periodo che ha segnato un punto di svolta nella nostra socialità, nell’economia, nel modo di considerare il concetto di salute e mettendo a nudo la nostra vulnerabilità. Il suo diario è una lente di ingrandimento che evidenzia dubbi e domande troppo spesso cancellati da una narrazione a senso unico, indifferente alle conseguenze di quell’enorme privazione di libertà che le scelte per combattere la malattia hanno causato. L’importanza di non essere asserviti ad un racconto dominante senza essere i primi a metterlo in dubbio è il messaggio che Controvento trasmette”.

Ambientato e scritto a San Giovanni Valdarno, Controvento, nella sua originale e serrata raccolta di fatti, avvenimenti e punti vista, trova il modo di regalare momenti di inattesa serenità nelle passeggiate fra i boschi del Pratomagno e nella campagna di una Toscana dove il peso delle riflessioni è più leggero e porta con sé un desiderio di futuro aperto ad un progresso visto con le immagini satellitari di un Paese più verde e meno colorato di grigio.

“Dopo la pandemia sanitaria – afferma Carbini prevedevo che sarebbe arrivata una crisi economica che avrebbe portato conseguenze pesanti. Auspicavo l’intervento di una cura monetaria capace di fare “debito buono” e un governo di unità nazionale in grado di adottare le misure necessarie. Penso oggi che l’esecutivo Draghi dovesse durare di più per fare le riforme strutturali che mancano al Paese da troppo tempo”.

Nello spazio e nel tempo della vita sospesa dalla pandemia Carbini esercita l’arte del pensiero laterale per riflettere sul dopo. Dei suoi appunti resta traccia utile per far buon uso di una esperienza da non dimenticare.