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Come accettare civilmente il green pass. La prospettiva con adolescenti
Firenze: «Una parola molto usata anche in questo periodo covid, è “libertà”. Talvolta - commenta Vincenzo Donvito presidente Aduc - non si considera che, accettando di far parte della comunità, la libertà è comunque soggetta alle regole che questa stessa comunità (con gli strumenti della democrazia) si dà. Ricordando che viviamo in una comunità di diritti e di doveri, dove questi ultimi vanno rispettati anche se non condivisi.
Ovviamente ci sono tanti abusi e arroganze a cui (talvolta in teoria) porre rimedio. Ma il concetto è quello espresso.
In questa comunità oggi il nostro governo ha deciso l’uso del green pass (chissà perché non l’hanno chiamata “lasciapassare verde”...).
Luglio, agosto, vacanze, viaggi (piccoli, ma viaggi), tutti ci stiamo organizzando. In tanti lo facciamo con figli adolescenti (over 12 per cui è richiesto il green pass) ma questi ragazzi non sono vaccinati e, probabilmente, non lo saranno neanche quando riapriranno le scuole dove, al pari di altri luoghi pubblici la vaccinazione è necessaria.
In attesa che i nostri governanti e legislatori (che auspichiamo non vadano in vacanza!) prendano atto di questa urgenza (scuola) e decidano immediati provvedimenti, che fanno questi adolescenti non vaccinati? Mia figlia 15enne dopo il 6 agosto (quando entra in vigore il green pass) potrà andare in pochi luoghi anche se il babbo ha già assunto due dosi… e a noi due interessa andar per musei.
Il giorno 8 agosto (prima ovviamente non è stato possibile) la figliola farà la prima dose, quindi in regola con la legge ma non con la massima possibile immunità. Io babbo, e presumbilmente anche lei figliola, non mi sentirò tranquillo entrando con lei in un museo. Ma civilmente, come membri di questa comunità, ne prenderemo atto e decideremo come e se assumerci questa responsabilità sanitaria individuale. Alternative provvisorie ce ne sono tante e, per il nostro dovere e diritto civico, posso supplire alla mancanza della seconda dose. Ne vale la pena».