Cgil, sciogliere i dubbi subito: se Venator non ce la fa, avanti un altro soggetto industriale
Dazzi (Filctem Cgil): «sciogliere i dubbi subito: se Venator non ce la fa, avanti un altro soggetto industriale. Da Gavorrano un segnale forte al ministero del made in Italy per una vertenza nazionale»
Gavorrano: “Lavoro e Sviluppo – il futuro del Polo chimico di Scarlino”, è l'iniziativa che Filctem e Cgil hanno organizzato venerdì 17 gennaio, a partire dalle 09:30, nella sala conferenze dell'ex complesso dei “Bagnetti” di Gavorrano. Sito storico che per anni ha ospitato gli spogliatoi dei minatori dell’adiacente miniera, l’infermeria e gli uffici della Montecatini. Vero e proprio ponte ideale tra il passato minerario e il presente industriale di questo territorio.
La mattinata si articolerà in più interventi da parte di sindacalisti, rappresentanti istituzionali e del mondo dell'impresa. L’assemblea si aprirà con un intervento di Massimo Ontani, dipendente Venator. Seguirà l’introduzione del segretario della Filctem, Fabrizio Dazzi, quindi la sindaca di Gavorrano, Stefania Ulivieri, quella di Scarlino, Francesca Travison, e del presidente della Provincia Francesco Limatola. In successione gli interventi dell'onorevole Marco Simiani e della senatrice Simona Petrucci. Quindi Stefano Neri (Ad Venator Italy), Luigi Mansi (Solmine), Ivano Avanzini (Crosa Group), Luca Galimberti (Ad Iren Ambiente), Giovanni Mascagni (Confindustria Grosseto), Fabio Berni (Filctem Toscana), Leonardo Marras (assessore regionale alle attività produttive) e Valentino Vargas, Filctem nazionale. Moderatore, il giornalista Massimiliano Frascino.
«La scelta che abbiamo fatto in questa fase di organizzare un'iniziativa pubblica sul futuro del polo chimico di Scarlino - spiega Fabrizio Dazzi, segretario provinciale di Filctem - non è ovviamente un caso. L’epilogo che minaccia di concretizzarsi nella vicenda oramai annosa di Venator non ci piace per niente, e per questo vogliamo rilanciare un'iniziativa forte per mettere al centro la ripresa produttiva dell'impianto di estrazione del biossido di titanio. Grazie al quale fino a poco meno di due anni fa lavoravano 260 dipendenti di venator e almeno altre 200 persone impiegate nelle imprese appaltatrici e dell'indotto, che nel frattempo hanno già licenziato i propri dipendenti. Dal nostro punto di vista è arrivato il momento delle decisioni non più rinviabili. Che per Filctem, in assenza della presentazione di un piano industriale da parte della proprietà, significa individuare un nuovo soggetto industriale in grado di dare continuità produttiva al sito, con il sostegno del Ministero del made in Italy e del welfare, con l'attivazione immediata del tavolo di crisi regionale. Il polo produttivo di Scarlino, infatti, è l'unico nel quale si produce biossido di titanio in tutto il paese ed è quindi un presidio strategico di rilievo nazionale. Di questo e di molto altro parleremo il 17 gennaio a Gavorrano».
Lo stallo nel quale è finita Venator in seguito a una procedura di concordato preventivo attivata presso il tribunale del Texas, rischia di avere ripercussioni pesantissime sul territorio provinciale per il comparto chimico. Che nell'area delle colline metallifere ha sempre garantito lavoro buono e sviluppo economico.
«In certi frangenti è davvero mortificante dover dire “avevamo ragione da vendere” - spiega Monica Pagni, segretaria della camera del lavoro di Grosseto – Sono almeno 7-8 anni che la Cgil grossetana batte sull'importanza del settore manifatturiero per lo sviluppo economico e l'importanza del numero di posti di lavoro che garantisce, in parallelo con quanto ha fatto quella nazionale. Negli anni abbiamo anche sempre difeso i lavoratori e il ruolo dell'industria dagli attacchi demagogici, senza mai perdere di vista nemmeno per un attimo i temi della tutela ambientale e della salute dei lavoratori. Oggi prendiamo atto che tutti condividono questi punti di vista, e che c'è una vasta mobilitazione delle istituzioni e della politica per garantire una prospettiva all'area industriale del Casone di Scarlino, e in particolare al polo chimico. Siamo convinti che questa vertenza debba assumere un rilievo regionale e nazionale, Ehi così come che la precondizione sia l'unità d'intenti su questo territorio».
Venerdì prossimo, 10 gennaio, nella sede di Confindustria Grosseto, ci sarà un incontro fra sindacati e azienda per discutere di come dare continuità agli ammortizzatori sociali in attesa della ripresa produttiva dell'impianto di Venator. «Noi - sottolinea Riccardo Tosi, delegato Filctem eletto nella Rsu aziendale - ci aspettiamo che l'azienda impegni le risorse necessarie per garantire la trasformazione della Cigs attuale nei contratti di solidarietà. Con il sostegno se necessario della Regione Toscana. I contratti di solidarietà, peraltro, comporteranno una diversa organizzazione dei turni di lavoro per rispondere ai requisiti di legge, e su questo faremo proposte precise».