Banca della Terra: una strategia da sviluppare
Audito il direttore Giovanni Sordi nella seduta congiunta delle commissioni Sviluppo economico e Aree interne
Firenze: La gestione della Banca della Terra è stata oggi al centro dei lavori, nella seduta congiunta delle commissioni Sviluppo economico e Aree interne, con l’audizione di Giovanni Sordi, direttore di Ente Terre regionali toscane. Un approfondimento, come spiegato dalla presidente della commissione Sviluppo economico e rurale, Ilaria Bugetti (Pd), non solo per fare il punto della situazione ad oggi, ma soprattutto, partendo dalla strategicità di Ente Terre, delineare le prospettive per il futuro, anche alla luce del nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali europei. L’esperienza ormai decennale di Banca della Terra ci consegna un patrimonio importante che deve essere opportunamente declinato nella gestione dei territori toscani e quindi anche nel turismo. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della commissione Aree Interne, Marco Niccolai (Pd) che, facendo riferimento al tema ricorrente dell’abbandono dei territori e della conseguente difficoltà dei Comuni a farne fronte, ha parlato della necessità di “allargare" questo strategico strumento, che può davvero fare la differenza.
La “Banca della Terra”, gestita da Ente Terre Regionali Toscane, venne istituita con la LR 80 del 2012, ed è definita, dalla stessa normativa, un inventario, completo e aggiornato, dei terreni e delle aziende agricole di proprietà pubblica e privata che possono essere messi a disposizione di terzi, tramite operazioni di affitto o di concessione. Fra tali terreni rientrano anche quelli resi temporaneamente disponibili perché censiti come incolti o abbandonati.
Questi gli input che hanno portato la Toscana ad attivare questo strumento innovativo: implementare le opportunità occupazionali e di reddito delle aree rurali; favorire l’imprenditoria giovanile nel settore agricolo e forestale; promuovere il contributo positivo dell’agricoltura e delle foreste all’ambiente e al territorio; salvaguardare la biodiversità, tutelare il paesaggio e la risorsa forestale; prevenire i dissesti idrogeologici e difendere le zone e le popolazioni di montagna dalle calamità naturali incrementando i livelli di sicurezza idraulica ed idrogeologica del territorio; valorizzare i terreni pubblici e privati attraverso un loro uso produttivo.
Ebbene su tutto ciò la Regione Toscana ha fatto da apripista in Italia e in Europa, ed è quindi un esempio da imitare, ma occorre riuscire a migliorare il veicolo Banca della terra per progredire ulteriormente, ha affermato il direttore Sordi, a partire da una campagna di comunicazione ad hoc e dall’accordo con Anci, sottoscritto il mese scorso, per monitorare i terreni non utilizzati dai Comuni. Accanto a tali terreni ci sono anche quelli privati, spesso parcellizzati e non coltivati.
Molti gli interventi dei commissari: Elena Meini (Lega), Elena Rosignoli (Pd), Mario Puppa (Pd), Anna Paris (Pd), Donatella Spadi (Pd) e Irene Galletti (M5S), per chiedere una specifica più dettagliata sul monitoraggio con Anci; per riflettere su un grande strumento su cui credere e investire; per individuare imprese agricole capaci di fornire reddito; per guardare ad una platea di non solo giovani ma più variegata; per pensare a progetti con visione futuristica; per valutare la possibilità di poter includere in alcune aziende agricole anche parcelle confinanti.
“Questo è stato un primo e importante momento di approfondimento – ha concluso la presidente Bugetti – prendiamoci un po’ di tempo per riflettere e magari arrivare ad un documento condiviso, con l’obiettivo di capitalizzare la positiva esperienza di Banca della Terra, anche in termini di miglioramento della sua strategia operativa”.