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Artemare Club: la corazzata Potemkin, Odessa e l’inizio della fine dell’Impero Russo
Monte Argentario: In queste ore la Russia sta attaccando dal mare e dal cielo Odessa storico porto dell’Ucraina sul Mar Nero, principale base navale nel Mar nero, e Artemare Club per ricordare che “la storia è maestra” presenta questa settimana il raro libro dela sua biblioteca “L’ammutinamento della corazzata Potemkin” di Richard Hough che racconta dove è iniziata la fine dell’Impero Russo, recentemente ricordato nella cronistoria delle motivazioni per l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa.
Nel giugno del 1905 in Russia iniziò a circolare la notizia dell’ammutinamento dell’equipaggio di una nave da guerra, la corazzata Potemkin. Un evento storico ben conosciuto grazie al film del 1925 di Sergej Ejzenstejn, non tutti però conoscono il finale di questa storia e soprattutto il destino riservato all’equipaggio di questa nave. La scena del celebre film della carrozzina con un bimbo al suo interno che precipita lungo la bellissima scalinata, mentre la folla presa dal panico corre disperatamente per sfuggire al fuoco dei soldati è una delle più famose del cinema mondiale.
La gradinata progettata nel 1815 principalmente dall' architetto italiano Francesco Boffo ed è considerata la porta di accesso nella città dal mare, e nella sua pellicola Ejzenstejn riuscì a rappresentare al meglio la storia dei membri dell'equipaggio della nave da battaglia russa che dà il titolo all'opera. L’ammutinamento della Potemkin in quel momento la corazzata da battaglia più potente e moderna dell’Impero Russo, rimase nel porto di Odessa, nel Mar Nero causò disordini in tutta la città e i soldati del governo uccisero centinaia di persone, nel tentativo di placare i tumulti. La Potemkin sparò varie volte, senza però causare morti, poi uscì dal porto e navigò fino alle navi della Flotta del Mar Nero, fedele allo zar, che si avvicinava a Odessa per cercare di avviare trattative con la nave ribelle, ma la Potemkin e undici navi della flotta zarista non aprirono il fuoco e qui finisce il racconto del film di Eizhenstejn.
Ma la storia della Potemkin fu lunga, un’altra corazzata si ammutinò con la Potemkin e entrambe le navi tornarono a Odessa, ma la seconda corazzata tornò fedele allo zar. La Potemkin partì alla volta del porto di Costanza, in Romania per rifornimenti ma i rumeni si rifiutarono di fornire aiuto alla nave e così fu costretta a dirigersi nel porto di Feodosia in Crimea non riuscendo anche li a ottenerli e così fece ritorno a Costanza. Nel frattempo la Flotta del Mar Nero mandò una nave per silurare la Potemkin, ma non riuscì a raggiungerla e la nave da guerra rivoluzionaria atterrò nelle coste della Romania. Lì i marinai la abbandonarono, riuscendo a ottenere uno status simile a quello di asilo politico e la nave venne restituita alla Russia e ribattezzata “Panteleimon”, nome di un santo ortodosso. Alcuni marinai vennero catturati dalle autorità dello Zar e uccisi, altri mandati in esilio in Siberia ma la maggior parte dell’equipaggio fece ritorno in patria solo dopo il rovesciamento dello Zar, nel febbraio del 1917. Il Panteleimon tornò successivamente in azione, nel 1909 affondò per errore un sottomarino russo, nel 1914 nella prima guerra mondiale combatté contro la Marina Ottomana nella battaglia di Capo Sarych, di fronte alle coste della Crimea, un anno più tardi attaccò i turchi. Nel 1916 l’ex Potemkin ormai obsoleta andò in disarmo.
“Historia Magistra Vitae” è la massima di Cicerone nell’opera “De Oratore”, che significa la storia è maestra di vita, frase estrapolata da un contesto più vasto “la storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità”. L’invito è quello di riflettere bene sugli accadimenti storici e i loro esiti, fonte di ispirazione per coloro che vogliono imparare a vivere consapevolmente e materia fondamentale per coloro che prendono decisioni che coinvolgono il mondo, preghiera di Artemare Club.