Acquedotto: Cigl, Cisl e Uil intervengono sul tema delle tariffe

Le segreterie provinciali: «gli utili distribuiti ai Comuni da AdF siano destinati ad abbattere le tariffe e a infrastrutture che contrastino gli effetti dei cambiamenti climatici»

Grosseto: «Quel che sta accadendo a Fiora Spa – dicono le tre segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil - con i sindaci dei 55 Comuni che costituiscono la maggioranza del capitale sociale dell’azienda impegnati a ricontrattare i patti parasociali, riveste un interesse per tutti i cittadini e le imprese di questo territorio.

Non è da ora che il sindacato pone proprio ai sindaci il tema della sostenibilità delle tariffe per la fornitura dell'acqua potabile e per la depurazione. Quello dei livelli tariffari dei servizi pubblici che erogano beni primari, come l’acqua, o che operano in settori delicati come quello dei rifiuti, non a caso è un tema centrale per la qualità della vita delle persone. La continua lievitazione dei costi, dovuta anche all'inflazione generata dalle forniture energetiche, infatti, viene integralmente assorbita nelle tariffe di Acquedotto del Fiora e scaricata direttamente sulle spalle dei consumatori finali: che siano cittadini o imprese. D’altra parte, la tariffa, che viene modulata in base ai criteri generali messi a punto periodicamente dall’Agenzia per la regolazione di energia, reti e acqua (Arera), è strutturata anche per coprire gli investimenti che vengono realizzati dal gestore del ciclo integrato delle acque.

Tenendo conto di tutto questo, attraverso la piattaforma per la contrattazione sociale e territoriale 2025, inviata a tutti gli enti della provincia nelle scorse settimane, insieme al protocollo sugli appalti – finalizzato a garantire lavoro buono, in sicurezza e nella legalità - come Cgil, Cisl e Uil chiediamo ai sindaci di assumersi pubblicamente la responsabilità di modificare lo status quo. Sia in termini di sostenibilità sociale delle tariffe per la fornitura di acqua potabile che per la gestione del ciclo della depurazione e del riuso delle acque depurate.

Gli utili, in questa prospettiva – chiariscono i confederali - non devono più essere il fine ma il mezzo. Investendoli in progetti di sistema a favore del territorio, dagli invasi di accumulo idrico ai dissalatori, e utilizzandoli per ridurre l'impatto delle tariffe sulle utenze più deboli attraverso il meccanismo dei ristori. AdF in questi anni ha realizzato utili importanti a beneficio dei soci, pubblici (i Comuni) e privato (Acea).

Crediamo sia ora di capire come quegli utili vengono utilizzati. Dal nostro punto di vista dovrebbero essere patrimonio della comunità tutta, in termini di riduzione dell’impatto delle tariffe e di investimenti strutturali su progetti che garantiscano e migliorino la gestione del bene acqua a fronte delle crescenti criticità climatiche e ambientali. Tra l'altro bisogna tenere presente che le nostre tariffe idriche sono tra le più alte d'Italia, un costo per imprese e famiglie che non trova particolari giustificazioni.

La questione è così importante e penalizzante per chi già paga troppo un bene pubblico come l’acqua – concludono Cgil, Cisl e Uil - che sicuramente condurrà le Istituzioni ad una riflessione anche sullo stesso ruolo del privato, se la partecipazione di questo non produce risultati concreti per il risparmio di cittadini e imprese. L'acqua è, e sempre più sarà nel futuro prossimo, un bene primario e scarso che in quanto tale va reso accessibile e sottratto alle logiche di mercato dure e pure».