Un anno e mezzo di lavoro di Asea: è ora di attuare il 'Patto per l’Amiata'

L’associazione di imprenditori si aspetta un’azione decisa da parte delle istituzioni, sul PNRR ma anche sullo stato del turismo invernale.  Santa Fiora: L’Associazione per lo Sviluppo Economico dell’Amiata nasceva un anno e mezzo fa con l'idea di dare una nuova visione di futuro all'Amiata, dopo un confronto aperto con tutta una serie di soggetti, istituzionali e non. Uno degli obiettivi era quello di ottenere un impegno delle amministrazioni e delle istituzioni nel mettere in atto o, quantomeno discutere, le idee che via via erano state raccolte nel documento “Patto per l’Amiata”. Oggi, purtroppo, dalle istituzioni abbiamo ricevuto molte garanzie ma pochi fatti. 

Ad ora è stato solo istituito un gruppo di lavoro delle due Unioni dei Comuni, nulla più. Se le istituzioni, a breve termine, non si metteranno insieme a discutere di cosa vogliono sull’Amiata, si otterrà ben poco, briciole rispetto a quello che si sarebbe potuto ottenere.

Ci aspettavamo di più dalle istituzioni dopo che più di 150 aziende, raggruppate in ASEA, avevano dato disponibilità a delineare il futuro dell’Amiata. Abbiamo anche le disponibilità, non solo di tutte le associazioni di categoria, ma anche del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e dell’Assessore all’Economia Leonardo Marras. 

Nel “Patto per l’Amiata” sono scritte tutte le priorità che ASEA ha identificato per l’Amiata: dall’ambiente al manifatturiero, dalle infrastrutture al turismo. Proprio sullo stato del turismo, specialmente in questi giorni, si può misurare lo stato della situazione amiatina. Il “turismo bianco” non può continuare ad essere gestito in questa maniera.

C'è bisogno di una rivoluzione in tal senso, dai trasporti all'offerta turistica. 

Per risolvere questa situazione c'è bisogno di tutti, per questo crediamo che al tavolo di concertazione e pianificazione sia necessario coinvolgere tutti i sindaci, non solo quelli che amministrano comuni in cui sono esistenti gli impianti di risalita. 

Per questo pensiamo che sia ottimale ragionare sulla creazione di una nuova società, a capitale misto ma che veda preminente la presenza del soggetto pubblico.

Il tempo è scaduto e ci chiediamo a che punto sia la programmazione dei comuni per il nostro territorio. Qualora non si dovesse arrivare a portare a casa il risultato la colpa sarà solo nostra. Non c'è bisogno di piccoli progetti per cambiare l’Amiata, ma di interventi seri per risollevare tutto il territorio dando spazio alle aziende che al momento si sentono abbandonate.