Sant'Anna una ricorrenza nel cuore di tanti devoti

Per Sant'Anna le squadre dei trebbiatori si fermavano e non per sciopero. Per rispetto di una ricorrenza nel cuore di tanti devoti. Era anche l'occasione per fare un fugace passaggio al mare, sulla spiaggia. Mutandoni e canottiere. Dove le canottiere erano incontestabilmente naturali. Le braccia rese scure dalla continua esposizione al sole dei campi in stridente contrasto con il candore del tronco. 

Tra le risatine e i commenti dei bagnanti feriali la torma dei trebbiatori in incognito si tuffava tra le onde sollevando montagne d'acqua. Il divertimento era proprio quello. Schizzarsi addosso acqua salmastra per poi correre a travolgersi sulla sabbia. Poi di nuovo in acqua. Fino alla merenda. Cioè al pranzo. 

Le sporte capienti delle massaie rovesciavano sugli asciugamani stesi sulla rena vassoi di acquacotta, maccheroni al sugo di papero, vasi di polpe di maiale sottolio, cetrioli e pomodori colti nell'orto di buonora quando c'era ancora la guazza, pagnotte di pane fresco e profumato. Al centro lui, il bottiglione del vino rosso, protagonista assoluto, la luce che illumina come un faro. Tutti in cerchio, con in mano i coltellini dalla punta mozza. Risate, lazzi, canti. I bicchieri rigorosamente di vetro non fanno in tempo a riempirsi che sono di già desolatamente vuoti.

Quando arrivano le crostate di ricotta e di marmellata di fichi cotte nel forno a fascine, seguite dai thermos di caffè ancora bollente, siamo già un bel pezzo in là nel pomeriggio assolato. Qualcuno timidamente osa buttarsi in acqua per rinfrescarsi. Ma i più dormono alla grande, coprendosi il capo con i cappelli di paglia. Il sole è al tramonto quando i bagnanti di Santanna risalgono sulle macchine e riprendono la strada del ritorno. Le schiene e i volti sono color roast beef ma una volta giunti a casa un bel massaggio coll'olio lavato rimetterà le cose a posto.