Salute mentale: la diffusione dei disturbi nella popolazione toscana e la mappatura delle strutture
Ricerca dell’Ars illustrata in commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd). Intervenuti la direttrice Lucia Turco, Fabio Voller e Caterina Silvestri
Firenze: “In Toscana dal 2018 al 2022, nella popolazione tra i 14 ai 18 anni, si registra un aumento del 15 per cento di casi di elevato livello di distress psicologico, caratterizzato da condizione di tristezza, ansietà, frustrazione e stati negativi dell’umore. Il dato, riportato sui numeri assoluti, significa che circa 70mila ragazze e ragazze hanno un problema di distress elevato nella nostra popolazione giovanile”. E’ uno dei dati emersi dalla relazione dell’Agenzia regionale di Sanità (Ars) sullo stato della salute mentale della popolazione toscana, al centro dell’audizione che si è tenuta questa mattina durante la seduta della commissione Sanità, presieduta da Enrico Sostegni (Pd). La relazione è stata illustrata dalla stessa direttrice di Ars, Lucia Turco, da Fabio Voller e da Caterina Silvestri, dell’Osservatorio di Epidemiologia dell’Agenzia. La ricerca è stata svolta su richiesta della commissione Sanità del Consiglio regionale e a seguito di una mozione presentata dalla consigliera Elena Rosignoli (Pd). Tra gli obiettivi del lavoro quello di dare una descrizione epidemiologica della diffusione dei disturbi di salute mentale nella popolazione della regione e di fornire una mappatura dei servizi.
Tra i dati che riguardano la situazione della popolazione più giovane è stato evidenziato come, nel 2022, circa il 10 per cento della popolazione adolescente tra i 14 e i 19 anni rientra in almeno un raggruppamento diagnostico tra anoressia, bulimia e binge eating. “Il dato è in diminuzione rispetto al 2018, quando si registrava un 13 per cento, ma purtroppo il fenomeno regge”, ha commentato Voller.
Per quanto riguarda i dati sulla popolazione maggiorenne, lo studio evidenzia come nel 2020 quasi il 30 per cento degli adulti residenti in Toscana abbia sofferto di un disturbo mentale nel corso della propria vita con una prevalenza di diagnosi di episodio depressivo maggiore (20 per cento). Mentre il 15 per cento ne soffre al momento dell’intervista o ne ha sofferto nel corso dell’ultimo anno: in questo caso la diagnosi più diffusa è il disturbo d’ansia generalizzata. Nel 2021 gli accessi principali ai Servizi di salute mentale riguardano le fasce d’età più giovani che vanno da 0 a 19 anni per poi calare nella popolazione più anziana.
Il lavoro considera il 2021 come ultimo dato disponibile perché, come ha spiegato Voller, “il processo di trasformazione del software a seguito del processo di unificazione delle cartelle socio sanitarie regionali, ha messo in evidenza un disallineamento tra i dati riferiti al 2021 e agli anni successivi. E’ un problema informatico che va risolto di cui abbiamo interessato la Giunta e i direttori generali dei servizi sanitari”.
Per quanto riguarda gli accessi al pronto soccorso nel 2022 la fascia d’età 14-19 anni è quella maggiormente rappresentata (8,1 ogni 1000 abitanti). Per la stessa fascia d’età i dati riferiti al ricovero ospedaliero per disturbo psichiatrico dal 2012 al 2022 parlano di un aumento dal 4,2 al 10,1. Il ricovero per disturbi alimentari nella fascia 15-19 mostra come esso sia uno dei problemi più emergenti con un tasso dell’1,6 per cento (3,2 nelle femmine e 0,1 nei maschi).
Infine i dati provenienti dalle prescrizioni farmaceutiche in Toscana parlano di una popolazione adulta con una media di almeno 6 prescrizioni di antidepressivi l’anno, rimanendo sostanzialmente stabile dal 2012 al 2022.
Per quanto riguarda l’aspetto dello studio che ha riguardato la mappatura delle strutture per la salute mentale adulti/adolescenti presenti sul territorio regionale, è intervenuta Caterina Silvestri che ha spiegato la complessità del lavoro di ricognizione, visto che i dati del flusso ministeriale erano in corso di aggiornamento e non contenevano molte informazioni fondamentali: “per questo abbiamo contattato tutte le strutture telefonicamente e mandato loro un questionario di rilevazione che ha avuto inizio il 2 ottobre 2023 per avere informazioni su dati della struttura, caratteristiche strutturali, procedure organizzative interne, informative sugli utenti, attività svolte presso le strutture, personale”. Alla rilevazione hanno partecipato 107 strutture residenziali (su 114 presenti in regione) e 48 semiresidenziali su 73. Le strutture hanno intensità diverse: 17 sono quelle ad alta intensità assistenziale, spesso utilizzate per forme più acute; 34 le strutture a carattere estensivo e ad alta attività assistenziale per adulti, dove i pazienti restano per periodi più lunghi; 2 per minori.“Salta all’occhio il fatto che non tutte le strutture residenziali hanno un sistema informativo”, ha aggiunto Silvestri.
Per quanto riguarda le attività svolte, circa il 50 per cento delle strutture svolge una valutazione psicodiagnostica in sede; sono poi prevalenti le attività di carattere psicologico riabilitativo, con una buona collaborazione con la rete parentale.
“Alla data del 2 ottobre – ha continuato Silvestri - nelle strutture censite c’erano 2130 persone, di cui la maggior parte in quelle semiresidenziali. A fronte di 930 posti disponibili, i pazienti presenti erano 840, con un indice di occupazione del 90,3 per cento, che rispetta i criteri di presenza media delle normative della Regione”.
Le diagnosi sono per la maggior parte di psicosi schizofreniche, psicosi affettive e disturbi di personalità. Il costo medio giornaliero per gli adulti è 195,6 euro per adulti a carattere intensivo, 154,5 per adulti ad alta intensità assistenziale e 243,4 euro per i minori.
“Le strutture residenziali e semiresidenziali mostrano una buona organizzazione interna e un numero di prestazioni elevato – ha detto Silvestri – Tuttavia le informazioni raccolte evidenziano un sistema sovraccarico, con una permanenza media per utente di circa 4 anni. Il numero di posti disponibili nelle strutture residenziali è inferiore a 1.000 unità, con un rapporto di circa 27 posti ogni 100.000 residenti in Toscana. Se consideriamo che la sola psicosi schizofrenica ha una prevalenza nella popolazione adulta di circa l’1 per cento, che corrisponde in Toscana a 31.352 persone, appare evidente il divario tra necessità e disponibilità”.
Tra le proposte emerse dall’Ars quella di continuare la ricerca con approfondimenti sul tema dell’accesso ai servizi di salute mentale attraverso un’analisi dei tempi di attesa previsti per effettuare una prima visita ambulatoriale e dei tempi che incorrono tra invio della richiesta, primo accesso e presa in carico.
I consiglieri presenti, tra cui anche la consigliera Rosignoli, hanno ringraziato l’Ars per il lavoro svolto. “Sono d’accordo a continuare la ricerca – ha concluso Sostegni – e ci impegniamo a mandare un sollecito sulla parte del problema informatico segnalato nel corso della seduta”.