Riflessioni di una Santa Barbara lontana nel tempo

Massa Marittima: «Una Santa avvolta in molte leggende - commenta Luciano Fedeli - che, col tempo, sono state associate ad una quantità spropositata di patronati: patrona di architetti, stradini, tagliapietre, muratori, cantonieri, campanari, nonché di torri e fortezze.

Protettrice contro i fulmini e il fuoco, e di conseguenza contro le morti causate da esplosioni o da colpi d'artiglieria e da questo deriva il suo patronato su numerose professioni militari come artiglieri, artificieri, genio militare, membri della marina e sui depositi di armi e munizioni.

Per quanto riguarda la marina militare fu confermata patrona da Pio XII. È inoltre patrona di tutto ciò che riguarda il lavoro in miniera e dei vigili del fuoco. Il patronato sugli artiglieri e sui minatori risale almeno al XV secolo ed è molto sentita nel territorio delle Colline Metallifere.

Quella del dicembre del 1941 è stata per alcuni una Santa Barbara particolare che, come figlio di un ex deportato nei campi di lavoro e per 30 anni minatore a Niccioleta, voglio ricordare perché è stata parte importante della mia vita.

Quei militari, in foto definiti da mio padre (il primo a destra) “fratelli massetani alle loro famiglie”, si ritrovarono in Albania durante la seconda guerra mondiale e ricevettero per la ricorrenza di Santa Barbara un supplemento di giornaliera (o decade) proprio perché la Santa era la protettrice del corpo.


I fratelli massetani che si ritrovarono nel conflitto tra i “genieri” ne festeggiarono la ricorrenza in duplice veste: militari e minatori. Per molti di loro che ce la fecero a tornare a casa, quella Santa sarebbe stata la protettrice per tutta la vita perché sarebbero andati a guadagnarsi il pane nelle viscere delle miniere di Niccioleta, Gavorrano, Capanne.

Un pane duro, definito non a caso l’ultimo pane, che sebbene gli operai avessero per lo più tendenza socialiste, comuniste o repubblicane, in molti casi lontane dalla fede, riservavano alla Santa un rispetto e la festeggiavano con cerimonie religiose e civili nei siti minerari il 4 dicembre. Quella era anche l’occasione di un pasto straordinario a base di tortelli e altre specialità che venivano prodotte e consumate nell’occasione nelle famiglie.

La riscoperta della memoria non solo per molti è ricordo ma anche e soprattutto orgoglio per chi ha dato molto alla propria terra e a noi che ne siamo eredi».