Pini di Via Mascagni, nuova lettera aperta al Sindaco dal Prof.Giulianotti
Grosseto: "Congratulazioni Sig Vivarelli-Colonna - scrive Piero Giulianotti Professore di chirurgia presso l'Universita’ Illinois Chicago -, Ha veramente dimostrato di avere gli attributi!Il sacrificio dei Pini di via Mascagni era una priorita’ della sua giunta e Lei ha avuto il carattere e la fermezza per imporsi nonostante tutto e contro tutti :
Nonostante i ricorsi di associazioni, le obiezioni di comuni cittadini , le proteste e gli accorati appelli di persone che amano Grosseto e la Maremma ( come il sottoscritto ), nonostante una situazione drammatica legata alla pandemia del virus Covid19.
Lei ha pensato bene di dare una accelerata al suo progetto ”verde” !
Ha certo pensato che la gente confinata in casa per le norme contro l’epidemia non avrebbe turbato troppo i suoi lavori !
Certo mi chiedo come abbia potuto infischiarsene delle norme di profilassi che impongono ai comuni cittadini di restare confinati a domicilio e LEI abbia mandato sulla strada, per un lavoro procastinabile, un gruppo di operai per il taglio degli alberi .
Andrebbe denunciato anche per questo ! non solo per lo scempio di un patrimonio storico, pubblico e per l’arrogante disprezzo della Natura che ci circonda.
Il taglio degli albleri era la sua priorita’!
Il dramma in cui si consuma l’Italia per effetto della epidemia virale non era in testa ai suoi pensieri. Terapie intensive insufficienti, ospedali affollati, medici e infermieri stremati e sottorappresentati, farmaci e presidi introvabili, mascherine vendute al mercato nero, anziani a rischio e in difficolta’, attivita’commerciali ridotte o sospese, aziende al collasso, cassaintegrazione per molti …
Ma lei aveva in testa una sola ossessione... il taglio degli alberi .
Sara’ soddisfatto!
Quale sara’ il suo prossimo obiettivo? rimuovere ogni Pino dalla citta? eliminare ogni viale alberato?
La prossima campagna sara’ contro i viali di Marina o i cipressi della vicina Bolgheri?
Anche li’ mi dicono che l’asfalto e’ sconnesso e le motociclette non possono correre.
Povero Carducci! Come sofrirebbe nel constatare la pochezza culturale e morale di molti nostri “governanti “.
Pochezza che diventa anche autolesionismo.
Si, perche credo che Lei abbia fatto male anche a se stesso, a quella Madre Natura cui tutti apparteniamo.
L’umanita’ si trova vicina ad un baratro senza ritorno.
Non abbiamo un pianeta di riserva.
Questo lo stiamo uccidendo con la nostra stupida arroganza e cecita’.
Non solo l’uomo ha il diritto di vivere, ma anche tutte le creature, gli orsi, i delfini, i Leoni , le gazzelle, e le piante, gli alberi, I pini, I cipressi.
Credo che questa pandemia virale sia l’inizio di moltre altre che verranno.
E’ l’estremo tentativo di madre Natura di riportare l’ equilibrio, di rigetto degli umani, strabordanti.
L’equilibrio e’ il “sacro“ compito della Natura.
Ed empio peccato e’ andare contro il sacro.
Lei forse sapra’ e avra’ studiato che il pino era un albero consacrato alla Dea Rea, madre di Zeus , simbolo di eternita’ .
Duplice era il motivo: la longevita’ di questo albero ( fino a 500 anni ) e le sue proprieta’ terapeutiche.
La resina del pino infatti difende la pianta dai batteri, funghi e altri microrganismi.
Le pinete erano scelte come luogo salubre di cura, soprattutto per le malattie respiratorie.
E sembra un paradosso che in un momento in cui l’umanita’ e’ minacciata da un virus che attacca le vie respiratorie Lei va a tagliare I pini che portavano salute alla citta’.
E’ triste e tragico.
Il future e’ oscuro.
Spero solo nei giovani, nelle nuove generazioni per citare il Dalai Lama.
Spero che abbiano la forza di sbarazzarsi dei falsi Leaders, degli omuncoli e mezzuomini.
Spero che abbiano la capacita’ di fare scelte coraggiose.
Spero che abbiano la saggezza e l’umilta’ di rispettare il creato.
Spero che sappiano accettare sacrifici e restrizioni.
Spero che capiscano che dobbiamo porci dei limiti, che comprendano che eliminare una piega dell’asfalto non vale la vita di un Pino".
Piero Giulianotti
Professore di chirurgia
Universita’ Illinois Chicago