PCI Federazione di Grosseto: 'In ginocchio oggi, in piedi domani'

Grosseto: "La democrazia capitalista mostra il suo vero volto, perché non c’è vera democrazia senza uguaglianza e giustizia sociale. Gli avvenimenti americani non riguardano solo gli U.S.A., ma rappresentano un’offesa a tutti i popoli del mondo, che vedono violati i diritti e le libertà fondamentali.

La tanto decantata democrazia a stelle e strisce ha sgretolato senza ritegno le fondamenta di una società senza barriere sociali. Il “Paese della libertà” ha instaurato una pandemia dei diritti violati, profanando le più elementari nozioni di libertà, con una politica sempre più condizionata dalla difesa del profitto ad ogni costo, con conseguente sopraffazione e controllo antidemocratico su popoli e Stati.

Oggi George Floyd; ieri Venezuela, Bolivia, Cile, Brasile, Cuba, Vietnam e via dicendo; domani, senza tregua e senza vergogna, nel silenzio-assenso dell'Europa, continuerà la scia di ingerenze e soprusi, tra colpi di stato, presidenti autoproclamati, democrazie truccate e, sempre, violenza indiscriminata verso i diversi e i più deboli.

Basta con le violazioni delle libertà, personali e collettive! Basta con l’imporsi con la violenza della forza economica! È in gioco la democrazia, resa falsa e vile da un potere distruttivo e megalomane che squilibra il mondo e conduce alla fame, alla disperazione e alla povertà intere nazioni.

Perciò il PCI esprime una ferma e netta condanna per l'assassinio legalizzato di George Floyd, ultimo esempio di scellerato comportamento della forza pubblica che, invece di difendere deboli e bisognosi, viene autorizzata a travalicare i propri compiti esercitando bieca prepotenza. Quanti George Floyd ci sono nel mondo, quanti diritti civili violati e popolazioni oppresse, ai quali la stampa e i media non danno risalto perché asserviti al Capitale. Oggi in ginocchio per dire no al razzismo e ai diritti violati; domani in piedi, uniti in difesa della libertà e della democrazia.

Alla manifestazione antirazzista indetta da Black lives matter, però, il PCI, pur condividendone tema e ragioni, non parteciperà.

Il divieto di prendervi parte con simboli e bandiere ce lo impedisce. Noi siamo Comunisti e fieri di esserlo, perciò non rinunciamo alla libertà di manifestare il nostro pensiero anche mediante l’esposizione delle nostre bandiere.

In nome di cosa, dovremmo accettare questa imposizione? Questo proibire simboli e bandiere, lo troviamo tanto stupido quanto ingannevole e pernicioso. Unirsi per sostenere principi e questioni condivise costituisce la quintessenza della democrazia. Quando nel farlo si uniscono persone con diversi riferimenti politici, il valore espresso da questa comunione di intenti si accresce, è del tutto evidente. E allora perché negare la possibilità di presentarci per quello che siamo? Perché imporre di celare le varie identità politiche, come se fosse cosa di cui doversi vergognare?

Metterci insieme in difesa di valori condivisi, senza nascondere le differenze, ci avvicina e favorisce il confronto costruttivo ed il rispetto reciproco. Imporre il contrario in nome di un ecumenismo fasullo è discriminante e questo è veramente il colmo, per un evento indetto in nome dell’antidiscriminazione".


Daniele Gasperi
Dario Bibbiani
per la segreteria PCI Federazione di Grosseto