Oggi parliamo di: … le emoji

Oggi parliamo di: … le emoji, le rubriche settimanali di MaremmaNews a cura di Simonetta Baccetti

Nell’era di internet, della comunicazione veloce, non può mancare la giornata dedicata alle emoji. Le famose 'faccine': allegre, tristi, pensierose, che tutti utilizziamo, una forma di comunicazione dell’era dei social. Alcune curiosità sull’argomento, ci dicono che le prime emoji per telefoni cellulari sono opera del designer giapponese Shigetaka Kurita, correva l’anno 1999 quando la prima emoji ha visto la luce.


Il termine emoji nasce dalla fusione delle parole giapponesi “e” che significa “immagine” e “moji” che vuole dire “lettera, carattere”. Il primo gruppo creato da Shigetaka Kurita era composto da 176 Emoji “. La data del 17 luglio per celebrare le emoji è stata scelta nel 2014, quando Jeremy Burge fondatore di Emojipedia, ebbe l’idea di celebrare una delle più moderne forme di comunicazione. Con le emoji , che oggi utilizziamo tutti i giorni nei nostri strumenti di comunicazione, riusciamo a sintetizzare i nostri stati d'animo, dalla felicità, alla tristezza, alla curiosità, è difficile farne a meno in un messaggio Whatsapp o su Instagram.

Negli anni vengono continuamente aggiornate di pari passo con i cambiamenti e gli interessi della società, basti pensare , che gli esperti riportano che “secondo un’analisi condotta da Meta, sui profili Instagram e Facebook in Italia e nel mondo, le emoji più amate sono quelle relative agli sport e al cibo.” Unicode Consortium ha annunciato che entro la fine del 2022 verranno introdotte 31 nuove faccine, al catalogo emoji sono in arrivo nuovi animali come l’asino, l’oca e l’alce, per gli oggetti di uso comune, il ventaglio e il pettine per i capelli, mentre per gli strumenti musicali, il flauto. Mi fermo qui, su alcune di quelle che sono le curiosità legate al mondo delle “emoji”, l’argomento è di vasto interesse e gli aspetti da approfondire sono molteplici, da quelli positivi a quelli negativi, dall’impatto che il tutto comporta sui futuri assetti comunicativi.

Concludo con una frase di Luigi Pirandello: “La vita si vive o si scrive”.