"Oggi Parliamo di...": 11 febbraio 1918 D’Annunzio, Rizzo, Ciano compiono la Beffa di Buccari

Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio del 1918 ,Gabriele D’Annunzio, Luigi Rizzo e Costanzo Ciano, compiono la cosiddetta Beffa di Buccari, penetrando nel Golfo di Fiume a bordo di tre M.A.S. per bombardare le navi nemiche e per lasciare galleggiare sull’acqua tre bottiglie coronate di fiamme tricolori.


Fu un'incursione con motoscafi armati siluranti della Regia Marina contro naviglio austro-ungarico nella baia di Buccari, oggi in Croazia. La “ Beffa di Buccari” è annoverata dagli storici, tra le imprese più audaci del conflitto, con un risvolto morale di enorme importanza.

All'azione parteciparono i M.A.S. 96 95 e 94, rimorchiati da una torpediniera e con la protezione di unità leggere. Quattordici furono le ore di navigazione, prima di arrivare alla zona compresa tra l'isola di Cherso e la costa istriana sino alla baia di Buccari dove sostavano unità mercantili e militari nemiche.

I 3 M.A.S., giunti nella baia di Buccari, spararono 6 siluri, che restando impigliati nelle reti di difesa austriache. L'audacia dell'impresa è riconducibile anche al percorso effettuato tra le maglie della difesa costiera nemica, dove nonostante l’attacco non riuscì, riuscirono a riguadagnare il largo beffando gli austriaci, facendo capire a tutti lo scarso sistema di vigilanza costiero austriaco.

L'impresa di Buccari ebbe una grande risonanza, anche per la partecipazione diretta di Gabriele D'Annunzio, che lascio in mare davanti alla costa nemica, tre bottiglie ornate di nastri tricolori con questo messaggio : "In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre ad osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto, il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro, è venuto con loro a beffarsi della taglia".

"Ricorda di osare sempre" ... ce lo ricorda Gabriele D’Annunzio.