Marco Tullio Giordana a Castiglione della Pescaia per i 'Festival di Maremma'

Castiglione della Pescaia: "Parlo volentieri di Quando sei nato non puoi più nasconderti, film che quando uscì, una quindicina di anni fa, suscitò non poche polemiche.

Fu presentato al Festival di Cannes del 2005 dove vinse il premio François Chalais; si guadagnò 3 Globi d'oro: miglior film, miglior attore esordiente (Matteo Gadola), miglior attore rivelazione (Alessio Boni) e un Nastro d'argento per il miglior produttore (Cattleya). In quel momento l’italia era in balìa degli sbarchi che avvenivano in continuazione mentre il resto dell’Europa era indifferente; il problema sembrava non toccarla.

Da noi si contrapponevano due teorie, o sentimenti, del pari inadeguate: da un lato c’era chi voleva ricacciare i migranti in mare o tenerli sequestrati nei centri d’accoglienza, dall’altro era diffusa la convinzione che l’Italia potesse assorbirli tutti senza che questo portasse sconquassi e repulsioni gravi soprattutto nei ceti più poveri, quelli che avrebbero dovuto condividere case, servizi, scuole, vite miserabili già penalizzate dalla crisi del lavoro.

Nella storio dei tre ragazzi - che il destino riunisce su un barcone salvo separarli all’arrivo in Italia, dove ognuno rientra nei proprio ranghi: privilegio da una parte e derelizione dall’altra - mi sembrava di cogliere un segnale al momento appena percettibile ma che a me sembrava invece chiaro: l’Italia dei buoni sentimenti, spesso ipocriti, stava trasformandosi in un paese razzista e intollerante mettendo a dura prova la sua civiltà millenaria e il suo passato di fornitore di manodopera a basso costo in giro per il mondo; per tutto il secolo precedente i migranti eravamo stati noi. Il film andavo contropelo e fu perciò accolto piuttosto aggressivamente, salvo venir rivalutato col senno di poi.

Io sono contento di averlo fatto e di non essermi nascosto di fronte a qualcosa di preoccupante ma che non si poteva ignorare e avrebbe condizionato di lì a breve la vita delle nostre città. La lavorazione fu lunga e laboriosa: ricordo la fatica delle riprese in mare ma anche la loro inquietante bellezza; il mio abituale direttore della fotografia, Roberto Forza, fece un lavoro eccellente e così tutti gli altri collaboratori, in particolare lo scenografo Giancarlo Basili che ricostruì da zero un Centro di Accoglienza Temporanea (così si chiamavano all’epoca) e Maria Pace Ottieri, che scrisse il bellissimo romanzo dallo stesso titolo, al quale mi sono ispirato. Sandro Petraglia e Stefano Rulli, erano gli stessi sceneggiatori de La meglio gioventù, precedente di un paio d’anni", Marco Tullio Giordana