Libri: “La vita che verrà” di Sergio Cicaloni… un racconto che ti prende sin dalle prime righe

Grosseto: Ho incontrato con immenso piacere Sergio Cicaloni, l’autore del libro: “La vita che verrà” edito da Book Sprint Edizioni. Ci siamo prima sentiti per telefono per prendere accordi su dove e quando trovarci. Poi una domenica mattina, come spesso accade in questi frangenti, ci siamo ritrovati in un locale del centro storico di Grosseto, la mia città, per prendere un caffè, ma soprattutto prima per riabbracciarci dopo alcuni anni che non ci vedevamo, e poi per parlare del suo libro. 


Come anticipato, i motivi per i quali mi sono ritrovato dopo alcuni anni con l’amico Sergio sono molteplici. Il primo, non lo nego era la grande curiosità per quest’opera, “la Vita che verrà”. Libro che Sergio aveva appena pubblicato. Sentivo forte il desiderio di farmi raccontare da lui stesso le proprie emozioni, il perché era nata l’dea di questo scritto – tra l’altro molto bello e per certi aspetti toccante e vero. Ma anche per ritrovare un amico, un ex collega di tutt’altro lavoro, non certamente quello di scrittore, con il quale avevo condiviso, anche piacevolmente, alcuni momenti della mia precedente attività lavorativa svolta in una grande Società italiana. 

Ma passiamo al tema centrale che oggi vorrei trattare con voi lettori di MaremmaNews, quello del libro appena uscito scritto da Sergio Cicaloni. Con la “Vita che verrà”, Cicaloni parla e racconta di uno “spaccato” di vita, di fatti accaduti, di cose vere, anche se leggermente romanzate come giusto che sia da parte dell’autore, di una storia vera: Giacinto, il nonno. Una storia ispirata ai primi anni del millenovecento. 

Alla Grande Guerra, quando nel 1914 un ragazzino, il nonno di Sergio viene richiamato alle armi per difendere la Patria. Una storia commovente, anche Sergio mentre me ne parla davanti a un buon caffe, quando ci siamo trovati a Grosseto alcuni giorni fa, si commuove e gli occhi iniziano a luccicare. 

Si vede benissimo che la storia che racconta Cicaloni del libro è toccante, è vera – di quelle che lasciano il segno dopo aver letto il racconto. Il nonno Giacinto, allora giovinetto, come lo stesso autore lo definisce, lascia la sua amata terra, un piccolo paese, Santa Fiora alle pendici del Monte Amiata, versante grossetano, ma lascia anche i suoi affetti: la mamma e il burbero babbo. Lascia anche Maria, una bellissima ragazza del quale, pur giovanissimo, è molto innamorato per partire per la Grande Guerra, per fredda e cruda trincea. Lascia il lavoro nei campi, nell’oliveto. Il lavoro che aveva da sempre, se pur giovanissimo, aveva sempre fatto. Per Giacinto, e non solo, sarà un vero scombussolamento di vita. Cicaloni, poi andando avanti nel libro, racconta della Guerra, ma anche del periodo di prigionia del nonno. Dei tanti commilitoni e compagni che ha visto morire in quella durissima guerra. Cicaloni, infine racconta del nonno ritorna, che rientra in Patria. Giacinto, adesso, non più un giovanissimo ragazzo, ma un uomo, forse cresciuto in fretta, che ha forgiato il proprio carattere per sempre. 

“Un uomo – come conclude l’autore Sergio Cicaloni, - che pur avendo visto cose orribili, non perderà la propria umanità e rientrerà a casa rafforzato nei propri valori umani e nei propri ideali”. Ecco, per tutto questo, ma anche per tantissimi altri molteplici aspetti, che invito tutti voi a leggere “La vita che verrà” di Sergio Cicaloni. Un romanzo che vi appassionerà, riga dopo riga.