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'La politica vista dai giovani': … proteste a confronto
di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici all'appuntamento con "La politica vista dai giovani".
Viviamo in un periodo caldo, dal punto di vista delle proteste, dagli "Skolstrejk" organizzati da Greta Thunberg alle manifestazioni dei portuali di Trieste, passando poi alla recente manifestazione di qualche settimana fa organizzata dalla comunità LGBT come reazione all'approvazione della "tagliola" in Senato ed il relativo affossamento del "DDL Zan".
Tutte proteste legittime, se un gruppo di cittadini percepisce che lo Stato prende delle decisioni che vanno a minare i loro interessi, è giusto che abbiano la possibilità di scendere in piazza.
Eppure queste tre manifestazioni vengono trattate in maniera molto diversa tra loro, da parte dei media e da parte di tutti i commentatori politici. I "Fridays for future" ad esempio vengono perennemente osannati da parte di tutti i media italiani, i quali elogiano la giovane paladina dell'ecologia Greta Thunberg e le migliaia di giovani che hanno aderito alla protesta per il clima. Nessuno che obietti poi i contenuti espressi dalla suddetta, anzi, le prediche che rilascia in giro per il mondo vengono ascoltate e prese ad esempio dai leader mondiali.
Non ultimo, il discorso sul "bla bla bla" è stato ripreso dal premier Mario Draghi, nella questione climatica.
Abbiamo avuto poi le proteste per l'affossamento del "DDL Zan", da parte delle associazioni LGBT. Anche questa protesta è stata filtrata dai media locali, presentando i manifestanti come "pacifici richiedenti diritti". Manifestanti che protestano per l'affossamento di una legge contro l'odio, che però gridano slogan irripetibili contro l'intera classe politica italiana, prendendosela non solo con gli esponenti di centro-destra, ma anche con il PD e soprattutto con Renzi e Italia Viva, ritenuti i veri responsabili dell'affossamento della legge.
E infine abbiamo la protesta dei cosiddetti "No Greenpass", in primo luogo a Trieste, ma le proteste sono avvenute anche a Milano e in altre città, compresa Grosseto. È facile capire la motivazione di questa protesta, queste persone che legittimamente hanno scelto di non vaccinarsi, si rifiutano di utilizzare il Greenpass sul luogo di lavoro, essendo una misura di discriminazione appunto tra lavoratori vaccinati e non vaccinati.
Purtroppo per loro però i media hanno deciso di buttarsi in una crociata contro questo tipo di manifestazione, portando una narrazione errata e al contrario della realtà.
Certo, ci saranno stati dei casi di violenza, verbale o fisica, ma non si dovrebbe fare di tutta l'erba un fascio, e non considerare tutti i partecipanti come pericolosi sovversivi. Questo per il principio che ho affermato prima, ovvero della legittimità della protesta.
E invece lo Stato ha deciso di usare il pugno di ferro contro questa protesta, limitando l'accesso alle piazze a Trieste, e dando recentemente il daspo al leader dei portuali di Trieste Stefano Puzzer, colpevole di essersi posizionato a Roma, in piazza del Popolo, con un tavolo e delle sedie, in attesa di poter parlare con il premier Draghi, con il Papa e con Putin.
Chiunque capirebbe che la sua era una manifestazione simbolica, ma il prefetto ha comunque deciso di cacciarlo da Roma, come se avesse organizzato una protesta violenta ed eversiva.
A tal proposito è doveroso ricordare che la stessa prefettura di Roma, ha permesso a dei noti soggetti pericolosi ed eversivi, legati all'estrema destra, di manifestare e di parlare da un palco. E successivamente di assaltare la sede della CGIL.
Concludendo, il nostro paese ha un grosso problema, se si cataloga le proteste in "Serie A" e "Serie B", poichè il ragionamento potrebbe essere un giorno applicato a qualsiasi categoria di cittadino, venendo meno l'uguaglianza sostanziale garantita dalla Costituzione.