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'La politica vista dai giovani': … il punto sullo Ius Soli
di Lorenzo Lauretano Bentornati cari lettori e care lettrici, all'appuntamento con "La politica vista dai giovani". Nell'appuntamento odierno affronteremo un tema ricorrente nella scena politica italiana, uno di quegli argomenti che almeno una volta all'anno viene portato fuori dalla sinistra italiana.
Ebbene, già qualche mese fa, all'inizio del suo insediamento nella segreteria del Partito Democratico, oltre alla proposta della famosa "dote" di cui abbiamo già parlato in un altro appuntamento della rubrica, Enrico Letta pose come obiettivo per la sua segreteria la modifica della legge sull'acquisizione della cittadinanza italiana, implementando l'acquisizione per diritto di nascita sul suolo italiano, nota come "Ius Soli". Storicamente, lo Ius Soli venne utilizzato dai romani per garantire la cittadinanza a tutte le persone nate nei propri confini, utilizzato per cercare di assimilare le varie popolazioni italiche prima, e di romanizzare le popolazioni del Mediterraneo successivamente. Un altro illustre esempio è lo Ius Soli vigente negli Stati Uniti.
Chiunque nasca in territorio americano ha per diritto di nascita la cittadinanza statunitense, alla pari quindi di qualsiasi altro cittadino. Esempi nobili, che il centro-sinistra e il PD in primis portano come esempio propagandistico per cercare di far sembrare una necessità questa legge. Viene da sé, constatando i periodi storici e le nazioni sopra menzionate, che le condizioni sono assai differenti da quelle dell'Italia del 2021. Gli antichi romani avevano un bisogno fisiologico di aumentare il proprio controllo sui territori conquistati, e quale modo migliore se non concedere la cittadinanza facile alle classi dirigenti di quelle popolazioni assoggettate per poter permettere loro di continuare a controllare, nel nome di Roma, quei territori?
Anche l'esempio degli Stati Uniti è poco pertinente alla nostra situazione. Gli Stati Uniti nascono come "Tredici Colonie" britanniche, le quali, senza l'immigrazione di massa dall'Europa, non avrebbero potuto svilupparsi. E il concetto di "Stato-Colonia" non è cambiato neanche nei secoli successivi all'indipendenza americana. Gli Stati Uniti avevano a disposizione un territorio di proporzioni continentali e avevano la necessità di avere una popolazione sufficientemente ampia da poter sviluppare e sfruttare quei territori. Da questa necessità e dalla retorica della "Terra delle Opportunità", unita all'emigrazione di massa dal vecchio continente, gli Stati Uniti hanno fondato la propria società sull immigrazione. Torniamo però a noi, all'Italia del 2021. Il nostro paese viene da un decennio di crisi e stagnazione economica, tutto aggravato da quasi due anni di pandemia globale.
Non abbiamo vasti territori da "colonizzare" e da sfruttare, né abbiamo popolazioni assoggettate da placare ed integrare. Viviamo in una nazione che a malapena riesce a creare lavoro per i propri giovani, e neanche per tutti, vista la gravità della cosiddetta "fuga di cervelli" verso l'estero. Viene da sé che non vi sarebbe alcun vantaggio per il "Sistema-Paese" nell'implementazione di tale legge. Non è la soluzione per il problema del lavoro, poichè, come detto, vi è un'eccedenza di offerta sulla domanda di lavoro, non risolvibile quindi con un aumento della prima, il quale aumento peggiorerebbe le cose. In effetti, se subissimo un aumento di manodopera, per di più disposta ad un salario inferiore a quello dell'equilibrio di mercato, (come già sta succedendo nel settore agrario, con i tanti immigrati sfruttati a pochi euro l'ora), il nostro mercato del lavoro ne risentirebbe in maniera critica, con i singoli soggetti costretti a scegliere se abbassare il loro costo (ed il loro tenore di vita) oppure smettere di cercare lavoro in Italia ed andarsene.
Infine non è neanche la soluzione al problema delle pensioni, in nel tempo in cui i nuovi cittadini paghino abbastanza contributi per salvare il sistema pensionistico italiano, è assai probabile che il suddetto sistema sia già imploso da tempo. (Parlando chiaramente, sono altre riforme, più radicali che possono salvaguardare il sistema pensionistico pubblico).
Però, nonostante sia davanti agli occhi di tutti, il PD continua a martellare sullo Ius Soli, ed ultimamente, prendendo ad esempio le vittorie dei nostri atleti alle Olimpiadi, sono ritornati alla carica. Ed è qui che viene fuori tutta l'ipocrisia dei proponenti. La retorica sui nuovi atleti è a dir poco rivoltante, il concetto di dare la cittadinanza a chiunque, solo perché magari in futuro possa diventare un atleta olimpico, mi sembra totalmente fuori luogo. È letteralmente "cripto-razzismo", l'utilizzo strumentale dello stereotipo della superiorità fisica delle popolazioni africane. Concludendo, l'Italia non ha bisogno di regalare la cittadinanza a tutti, già disponiamo di leggi che permettono a chi lo voglia e che abbia i requisiti, di richiederla.
Grazie per l'attenzione, vi do appuntamento tra due settimane sempre qui, su MaremmaNews!