La 'defunta' Primavera Maremmana

di Massimo Ciani La notizia della dipartita di Roberto Padovani mi ha profondamente colpito. Ho avvertito che con lui se ne è andata un'altra tessera di una Grosseto a me fortemente cara, e non solo a me. Ho letto i messaggi di commiato scritti da tanti amici commossi e rattristati. Un tempo Roberto era uno dei protagonisti della Primavera Maremmana.

Una manifestazione artistica che, come la Maremmata, dopo aver allietato per tanti anni le calde giornate cittadine di inizio estate, è finita miseramente nel nulla, incapace di sopravvivere al venir meno dello spirito di iniziativa di pochi eroici organizzatori e soprattutto alla sua anima, l'indimenticabile Fosco Tarsi. Purtroppo Grosseto è così. Una città del sud della Toscana dove "armiamoci e partite" è la regola e se chi deve partire non può o non vuole partire non si arriva da nessuna parte.

Così questa città ha perduto anche quel poco di culturalpopolare che la nutriva. Una passeggiata serale lungo i gazebo allestiti davanti ai portici era l'unica occasione per gustarsi un gelato e contemporaneamente poter osservare le creazioni pittoriche che gli artisti maremmani avevano realizzato lungo l'inverno appositamente per esporle in una manifestazione cui erano profondamente legati.

Così siamo ritornati a fare groppino e i pittori hanno perduto l'unica occasione di una collettiva che questa avara città offriva loro.Grosseto però ha perduto molto di più. Ha perduto la vivacità dei colori delle tempere e degli acquerelli e quella di una ricca e varia umanità che ogni anno, a primavera inoltrata, popolava immancabilmente quel tratto del centro oggi divenuta un mortificante deserto. Vorrete scusare questo mio sfogo. Mi auguro con tutto il cuore che qualche buona anima riesca a dotarsi dello spirito di iniziativa occorrente per ripristinare la manifestazione individuando anche nuovi spazi e iniziative