Il caso "Grosseto" fra asterischi e rispetto dei diritti

Grosseto: Italia Liberale e Popolare Toscana, pur riconoscendo la complessità della vicenda, si dice d’accordo con la decisione della Fondazione Grosseto Cultura di non  rinnovare la convenzione con la società Clan - per la gestione dei servizi museali Grosseto delle Clarisse a causa dell’indicazione della dizioni “bambin*” nella propria newsletter di Dicembre.

La vicenda aveva già generato scalpore – secondo Kishore Bombaci, Coordinatore toscano di Lib Pop – provocando la netta presa di posizione dell’Associazione Crisalide nella persona del Presidente Carla Minacci, la quale aveva messo in guardia da un rischio di strumentalizzazione della tematica dei diritti operata mediante l’introduzione dell’asterisco.

«Italia Liberale e Popolare crede nel rispetto per le scelte individuali di ciascuno – continua Bombaci – e nell’assoluto dovere di proteggere le persone da ogni forma di discriminazione o violenza comprese quelle per motivi di genere senza che ciò si traduca in una propaganda inutile in cui le minoranze, esposte come bandiera ideologica, subiscono alla fine più danno che beneficio.

Ciò – prosegue Bombaci – a maggior ragione quando tale strumentalizzazione è rivolta a un pubblico di bambini e bambine, come nel caso di specie.

La decisione di Clan di non voler prendere le distanze da tale scelta – corroborata dall’inserimento dell’asterisco nel logo della società – invero si rivela incomprensibile.

Per dirla in parole più semplici – dice ancora Bombaci – non è sull’asterisco che si può vincere la battaglia della giusta tutela dei diritti individuali, ed anzi, ciò è  controproducente perché spinge le opposte fazioni nell’inconciliabilità degli estremismi.

Pertanto – conclude Bombaci – nel massimo rispetto di ogni libera e personale scelta circa le proprie preferenze sessuali, confermando la nostra intenzione di batterci contro ogni discriminazione, riteniamo che bene abbia fatto il Consiglio della Fondazione Grosseto Cultura prima a cercare chiarimenti e poi, visto che tali chiarimenti non sono giunti, a revocare la convezione».