Gli anni settanta grossetani in mostra a Le Clarisse, Grosseto

Molto partecipata l'apertura della mostra “70 mi dà tanto! Grosseto dalle stalle alle stelle” con le sale stracolme di gente, presso Le Clarisse, Grosseto.

Grosseto: Questa esposizione affronta varie temi focalizzandosi sugli anni settanta, indagando la città di Grosseto e Castiglione della Pescaia, un momento di crescita notevole di questa zona, sotto tutti i punti di vista, urbanistici, economici, culturali, sportivi, ecc.

A Le Clarisse si è proposta una linea di memoria che rielabora un periodo di sviluppo locale rilevante, tramite i molti oggetti esposti, anche in prestito da privati che hanno partecipato in modo consistente.

Molte persone presenti si sono riconosciute nelle immagini in mostra, nelle fotografie, nei video creati da Mediateca Regionale Toscana. Si è vista la felicità di trovare loro stessi, oppure amici, parenti, conoscenti, ed è stato molto bello vederli gioire di essere presenti in un modo o un altro.

La politica del Clarisse di rivalutare e rielaborare il passato, recente e non solo, della città di Grosseto sta dando buoni frutti. Il problema fondamentale della città di Grosseto, cioè quello di non avere una vera e propria fisionomia, una vera e propria personalità, viene affrontato in queste mostre, in modo deciso ma anche approfondito, tale da ritornare caratteristiche che possono sicuramente aiutare nella definizione di Grosseto.

La mostra è divisa sostanzialmente in cinque parti. Nella sala congressi, “Le ville del Moderno in Toscana. Roccamare, Riva del Sole, Punta Ala”, sono in esposizione una serie di planimetrie e foto delle ville di quelle zone, le quali sono sotto l'interesse delle Belle Arti. Infatti, esse rappresentano una caratteristica molto importante di questo territorio. Sono esposte le ville degli anni ‘60 e ‘70, ma ben sappiamo che ci sono ville costruite anche in precedenza. Il materiale esposto è il frutto di un accordo di collaborazione del 2020 comune di Castiglione della Pescaia, Soprintendenza alle Belle Arti Province Grosseto, Siena e Arezzo e Dipartimento Architettura Università Firenze, che riguardava l’individuazione e schedatura di architetture del ventesimo secolo nella zona. Infatti, sono state rilevate costruzioni importanti fatte da maestri dell’architettura quali Rogers, Quaroni, Albini, Gardella, Berardi, Poggi, Miglietta, Di Salvo, 3BM, Barbetta e Stocchetti. Presente anche l’Ordine degli Architetti di Grosseto.

Nella prima sala, invece si prende in esame il movimento artistico grossetano, in particolare “Le opere degli anni Settanta della Collezione d’Arte di Maurizio Ticci” proprietario della Galleria omonima, che qui espone opere d’arte prodotte in quel periodo da artisti famosi quali Chagall, De Chirico, Mirò, Dalì, Vedova e Fontana. Infatti, Ticci aveva una buona clientela di riferimento internazionale e un buon rapporto che l’artista Sandro Chia, qui anche in esposizione. Invece, le altre gallerie grossetane trattavano soprattutto artisti locali, ma in quegli anni ’60 e ‘70 ne nacquero diverse, tanto che la galleria Pascucci, di proprietà comunale, fu chiusa perché era inutilizzata.

Nel corridoio c’è un passaggio davanti ad un video composto da foto di alcuni momenti importanti, quali l’arrivo del Rally di Montecarlo, la corsa podistica Maremmata, la squadra di calcio Grosseto, la fiera artistica Primavera Maremmana.

Nella seconda sala, “Il cinema degli anni ’70 nelle locandine della Collezione di Mirko Guerrieri”, espone delle locandine di film famosi, “L’Esorciccio”, “Lo Chiamavano Trinità”.

Prosegue r poi proseguire con “Le foto BF degli artisti in Clarisse anni ‘70”, dove si spiega che questo il polo culturale ha dato rifugio ad artisti locali fin dal primo novecento e che l’Agenzia BF, tuttora a lato dell’edificio, documentò questi artisti che poi diedero vita alla manifestazione de La Primavera Maremmana.

Poi c’è una serie di oggetti in prestito da privati che documentano lo sviluppo della città e della costa, in particolare tramite l’esposizione di un numero consistente di cartoline.

Nell’angolo del corridoio si può vedere un video composto da foto in cui si vedono alcuni personalità locali, come il sindaco Finetti, oppure Alvaro nei suoi travestimenti, in momenti importanti per la città.

Alla fine c’è una carrellata di tabelloni grafici su Grosseto, ognuno contenente varie foto dell’Archivio Gori: le manifestazioni del movimento femminista e le radio libere (1975); il concerto degli Area e il movimento studentesco per l’assegnazione delle terre pubbliche (1978); Quaroni e il nuovo Palazzo Cosimini (1974- 76); la Fiera Campionaria del Tirreno (1971); il quartiere della 167 Nord (1979); Raffaella Carrà a Punta Ala (1976; e le estati di Punta Ala con grandi artisti (1970-76).

Nella Chiesa dei Bigi è stata creata una mostra dal titolo “Brutal City”, con opere di artisti locali: Massimiliano Cesa, Enrico Contu, Francesca Garofalo e Chiara Toniolo. Con l'utilizzo di materiali diversi gli artisti hanno creato un progetto espositivo con l'intento di ridare voce ad uno degli edifici più disprezzati della città, il Palazzo Cosimini dell'architetto Ludovico Quaroni. L'intento degli artisti è quello di raccontare un monumento che i grossetani normalmente disdegnano ma che, però, è presente nei libri di architettura di mezzo mondo. Gli artisti hanno reso omaggio con questa installazione al fascino del Palazzo Cosimini utilizzando principalmente materiali di edilizia e fili. Con abilità hanno ricostruito le forme del palazzo assemblando più opere singole che formano un'installazione.

Il palazzo Cosimini è un’espressione piena nell'architettura brutalista, uno stile molto complesso che però ha avuto grande sviluppo in città, essendoci molti edifici costruiti con questa tecnica.

Fa molto piacere che finalmente anche a Grosseto si parli del brutalismo. Alla buon ora qualcuno si è reso conto che esistono edifici importanti, con un tipo di architettura che ha grande fascino. Si consideri che con questo stile sono realizzati molti edifici a Grosseto che però i cittadini normalmente disprezzano in quanto non capiscono l'importanza di uno stile internazionale che invece avvicina Grosseto alle moderne correnti artistiche.

La mostra “70 mi dà tanto! Grosseto dalle stalle alle stelle” è molto coinvolgente, rimane aperta fino al 29 settembre prossimo al Polo culturale de Le Clarisse.