Caccia, le nuove regole per gestione e tutela fauna selvatica

Illustrate in Aula le modifiche alla legge regionale. Gianni Anselmi: “Si introducono gli strumenti necessari per una gestione degli ungulati finalizzata al mantenimento delle densità sostenibili, tenuto conto degli effettivi danneggiamenti alle coltivazioni agricole e ai boschi”Firenze: “Una proposta di legge che interviene in materia di gestione e tutela della fauna selvatica sul territorio regionale con l’obiettivo di perseguire l’equilibrio e la tutela della fauna selvatica e la corretta gestione del territorio a fini faunistici venatori”.

Così il presidente della commissione Sviluppo economico e agricoltura Gianni Anselmi (Pd) illustra in Aula l’atto che, grazie “all’esperienza maturata dal riordino delle funzioni amministrative in materia di gestione faunistico venatoria e all’esperienza della legge obiettivo sugli ungulati rende necessario modificare alcune disposizioni per garantire maggiore efficacia nell’azione amministrativa”.

Nell’atto si prevede che la Regione possa avvalersi di soggetti terzi, in particolare delle associazioni venatorie e delle organizzazioni professionali agricole operanti sul territorio regionale per l'esercizio delle attività di assistenza procedimentale e di promozione della cultura della sicurezza. Si rivedono, poi le norme in materia di affidamento dei contratti da parte degli Ambiti territoriali di caccia. La norma prevede poi l’attivazione di un fondo di rotazione per il supporto finanziario agli ATC in difficoltà, dimezza (dal 10 al 5 per cento) la quota annuale che gli ATC versano alla Regione e istituisce il comitato, un nuovo organo che resterà in carica per la legislatura e di cui faranno parte esperti che dovranno analizzare le dinamiche della popolazioni di specie di fauna selvatica sul territorio regionale.

La nuova disciplina interviene anche sulle funzioni degli ATC che dovranno provvedere alla realizzazione di centri di sosta e alla stipula di convenzioni con centri di lavorazione delle carni; determinare ed erogare, nel rispetto delle linee guida stabilite dalla Giunta regionale, i contributi per gli indennizzi dei danni; proporre alla Regione l’istituzione, la revoca e la regolamentazione di zone di rispetto venatorio.

Tra le destinazioni del territorio effettuate con la pianificazione faunistica si introducono anche le zone di rispetto venatorio, nelle quali la Giunta potrà autorizzare la caccia oltre che agli ungulati anche alla volpe, alla cornacchia grigia e alla gazza; si specifica che le zone di protezione sono quelle lungo le rotte di migrazione dell’avifauna e si stabilisce che per necessità ambientali, la Giunta può procedere alla costituzione o alla modifica coattiva del perimetro delle oasi di protezione, di ripopolamento e cattura.

Si prevede che l’opzione sulla forma di caccia prescelta in via esclusiva abbia la durata di un anno e si intende rinnovata se entro il 1° novembre il cacciatore non comunica alla Regione la modifica. Si stabilisce che per esercitare l’attività venatoria è necessario essere muniti del tesserino regionale che può essere rilasciato sia cartaceo che in formato digitale.

Il presidente Anselmi spiega che la legge introduce nell’ordinamento regionale “gli strumenti necessari per una gestione degli ungulati finalizzata al mantenimento delle densità sostenibili, tenuto conto degli effettivi danneggiamenti alle coltivazioni agricole e ai boschi e ai fini della riduzione dell’impatto sulla biodiversità”. La Giunta regionale determina le densità sostenibili, sentiti gli ATC e le organizzazioni professionali agricole. La densità regionale nelle aree vocate è fissata, per il cinghiale, a 2,5 soggetti ogni 100 ettari; la Giunta regionale adotta piani di prelievo di ungulati adeguati a garantire le densità sostenibili Riguardo al calendario venatorio, si prevede che fermo restando lo stop nei giorni di martedì e venerdì, per la caccia agli ungulati è concesso il prelievo per cinque giorni alla settimana.

Infine, con regolamento regionale sono stabilite ulteriori funzioni degli ATC per la gestione faunistico venatoria degli ungulati, le modalità per l'esercizio della caccia al cinghiale e per il prelievo selettivo degli altri ungulati e i criteri per l’abilitazione alla caccia.

Il presidente della commissione Anselmi illustra anche, esprimendo il parere contrario del gruppo Pd (la proposta di legge è già stata respinta in commissione) presentato dal gruppo Sì-Toscana a sinistra che intendeva correggere la normativa toscana del 1994 in particolare nella ripartizione delle risorse destinate alle associazioni venatorie (l'8 per cento del totale previsto per l'attività programmata e la protezione della fauna). L'utilizzo delle risorse come attualmente previsto risulterebbe in contrasto con la normativa nazionale che ne prevede l'erogazione per “finanziarie specifici progetti valorizzazione del territorio e non come finanziamento a fondo perduto per attività associative”. L'intento era dunque quello di dirottare e incrementare i fondi per la “prevenzione e il risarcimento dei danni alle produzioni agricole”.

Anselmi conclude dando atto all'assessore regionale Marco Remaschi “di aver lavorato con rappresentanze venatorie e del mondo agricolo in un percorso trasparente che ha permesso di accogliere molte istanze dal territorio”.