Asea. L’Amiata e la neve: piccola storia triste

Amiata: "Il sistema neve amiatino ha ancora un forte appeal, lo dimostra il significativo flusso di persone che risponde, ogni anno, prontamente alla chiamata: neve! Dopo aver agognato la manna bianca dal cielo per almeno due mesi, finalmente dal fine settimana passato la neve c’è. Ma quello che per altri territori rappresenta una benedizione, da noi diventa fonte di problemi. Le carenze sono tante, ma possiamo identificarne alcune sostanziali:

Una gestione della viabilità, caotica, al limite della decenza. Senza criterio, senza coordinamento e senza rispetto per il nostro bene più prezioso, l’ambiente. Una proposta sciistica non qualificabile, con ancora una difformità di gestione tra i due versanti (eppure lo diciamo sempre, questa montagna è una sola!), piste chiuse, non battute, e non è che l’Amiata abbia chilometri di piste da buttar via!

Una carenza informativa che non consente di fare programmi per nessuno, né per gli operatori né per gli utenti. Non ci gireremo molto intorno, perché una strada Asea l’ha segnata oramai da diverso tempo, e non vorremmo ritrovarci ancora con la penna in mano a Gennaio 2024. Questo non significa che vogliamo ergerci a quelli con le soluzioni in tasca, ma vogliamo ribadire con forza la necessità di un confronto “amiatino” fra Amministrazioni e operatori (tutti), nel quale venga ridisegnata un’idea di sviluppo turistico dell’Amiata.

Noi riproviamo a rimettere sul piatto una proposta da condividere che potrebbe davvero modificare in positivo le sorti di questa montagna, convinti della sua parzialità. Non vogliamo neanche ipotizzare uno sviluppo a due marce, a due livelli, a due province. L’Amiata è il nostro territorio, e vogliamo che sia UNA, politicamente, socialmente, dal punto di vista sanitario ed economico. Dunque riproponiamo qui la ricetta che rendemmo pubblica tempo fa dalle pagine del Patto per l’Amiata. Alla base della rivoluzione invernale c’è l’acquisizione da parte della regione di tutti gli impianti di risalita presenti sulla nostra montagna, solo un cambio di paradigma di questa natura porterebbe al superamento definitivo di antagonismi, difformità e amenità varie.

Una società pubblico/privata, in cui anche gli imprenditori amiatini, supportati da più consistenti partner che operano nel territorio, potrebbero rendersi coprotagonisti, al fianco della Regione, di una gestione razionale e contemporanea delle infrastrutture di risalita che sia volàno per l’industria turistica. Per ciò che concerne la gestione della viabilità verso la parte alta della montagna (non solo invernale) la ricetta di Asea prevedeva la creazione di parcheggi scambiatori nei paesi del cono, gestiti da una applicazione specifica, che potesse fornire al contempo informazioni e implementasse le possibilità di vendita delle strutture attraverso le tecnologie web già esistenti e funzionanti. Una rivoluzione verde che impiegasse minibus elettrici per collegare gli abitati con la parte alta e gli impianti di risalita. L’accesso alle autovetture consentito verso le strutture ricettive, verso parcheggi (a pagamento?) e comunque preferibilmente ad autovetture elettriche, e in quantità sostenibile per la nostra montagna e congrua con le capacità ricettive di strutture e servizi. Siamo sicuri di non fantasticare, ma dobbiamo gettare le basi di un futuro possibile. Dobbiamo però come sempre volerlo insieme.

"Quello che ci proponiamo è ricollocare nell’immaginario collettivo l’Amiata come luogo di rigenerazione di sé stessi. In cui la qualità della vita possa ridefinirsi in una prospettiva sostenibile e umanamente intensa". Per usare le stesse parole che adoperammo nel Patto dell’Amiata. Quelli che proponiamo sono solo percorsi possibili, ma che evidenziano con forza la necessità di elaborare una strategia che possa essere rapidamente messa in pratica e che sia unica e condivisa fra tutti gli attori della montagna, sicuri che la vera certezza è rappresentata dall’impossibilità di continuare a rivivere situazioni come quelle dei week end sulla neve sulla nostra montagna", termina Asea.