Artemare Club: "L’aumento delle navi da crociera all’Argentario pericolo per la vita dei cetacei"

Monte Argentario: Le collisioni mortali tra navi e cetacei sono un evento, purtroppo, tutt’altro che raro, ogni anno sono migliaia quelli nel mondo che muoiono urtati da navi da crociera e atre imbarcazioni, solo una minima percentuale di questi incidenti emerge perché la maggior parte degli animali morti finisce in fondo al mare, una minaccia sempre più grave, legata all’aumento esponenziale del traffico marittimo negli ultimi decenni come sta avvenendo all’Argentario. 


Forse qualcuno che ci abita non conosce ancora che il mare del Promontorio fa parte del Santuario Pelagos e così il comandante Daniele Busetto di Artemare Club ha realizzato un manifesto d’effetto in esposizione permanente nella sede nel Corso di Porto Santo Stefano e ricorda che il Mar Mediterraneo occupa soltanto lo 0,32% del volume degli oceani nel mondo eppure qui abitano tra il 4% e il 18% delle specie marine mondiali, questa percentuale di vita è resa possibile anche da aree come quella del Santuario Pelagos, zona marina specifica del Mediterraneo caratterizzata da un incredibile picco di biodiversità, in particolare per il numero di predatori come i mammiferi marini. 


Questo quadrilatero ha una superficie di 87.500 km² e la sua istituzione è stata sancita da un accordo tra Italia, Principato di Monaco e Francia, sottoscritto a Roma il 25 novembre 1999 ed entrato in vigore il 21 febbraio 2002, al centro c’è la protezione delle specie di cetacei che abitano il Mediterraneo, così come la salvaguardia e la cura dell’ambiente marino deteriorato negli anni per lo più per le attività senza controlli dell’uomo in mare e sulle coste. Balenottera comune, capodoglio, grampo, tursiope, globicefalo, stenella, delfino comune, zifio, sono le specie che è possibile incontrare navigando nel Santuario Pelagos e scontri tra cetacei e grandi navi da crociere e imbarcazioni è sempre più probabili con l’aumento del traffico in questo mare, le ricerche condotte da scienziati hanno avuto come risultato che il 6% degli esemplari foto identificati in mare e circa il 20% degli esemplari spiaggiati presentavano tracce di collisione ma anche l’inquinamento acustico subacqueo, forma di inquinamento riconosciuta ma non regolamentata che stressa la fauna marina, con la conseguenza dell’incapacità di orientarsi con successivo avvicinamento alla costa collisioni e spiaggiamento. 

Artemare Club ricorda a tutti la balenottera senza più orientamento di questa estate prima a Porto Santo Stefano e poi in quello di Talamone dove cessava di vivere, e i vari delfini spiaggiati nelle spiagge della Costa d’Argento.