Antifascismo e Resistenza: istituti per conservazione valori e memoria, contributi in legge
Firenze: Sì a maggioranza con 26 voti favorevoli, alla proposta di legge che modifica la legge regionale n.38 del 2002 in materia di “tutela e valorizzazione del patrimonio storico, politico e culturale dell'antifascismo e della resistenza e di promozione di una cultura di libertà, democrazia, pace e collaborazione tra i popoli”. L’atto, di iniziativa consiliare, primo firmatario il capogruppo Vincenzo Ceccarelli (Pd), nell’anno in cui si celebra l’80esimo anniversario della Resistenza e Liberazione in Toscana, come ha ricordato la presidente delle commissione Cultura Cristina Giachi (Pd) “vuol riconoscere stabilità ai finanziamenti agli istituti che si curano di promuovere la conservazione dei valori dell’antifascismo e della resistenza, finanziamenti già previsti dall’importante e lunga tradizione di attenzione a questi temi che la Toscana ha previsto”. Nell’atto si introduce, “a seguito dell’individuazione dei soggetti beneficiari – afferma Giachi - un articolo che specifica che a decorrere dal 2025 il contributo annuale per questi soggetti sia pari a 250mila, 90mila, 20mila e 210mila euro”, rispettivamente per l’Istituto Storico della Resistenza in Toscana (250mila), gli Istituti Storici per la Resistenza a carattere provinciale (210mila), la Fondazione ‘Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza-Luoghi della Memoria Toscana (90mila)’ e la Federazione regionale toscana delle associazioni antifasciste e della Resistenza (20mila).
“La legge non cambia i soggetti titolari già riconosciuti e non modifica lo stanziamento dei finanziamenti – conclude Giachi - ma li fissa in legge in modo che possano essere programmabili da parte degli enti le loro spese e le loro attività”.
A margine dei lavori d’aula è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, per commentare l’approvazione della legge. “In questa legislatura – ha detto – noi abbiamo voluto dire con chiarezza che la Tocana è una regione antifascista. Lo abbiamo fatto da subito, nel 2022, con la modifica del nostro Statuto inserendo l’antifascismo tra i principi dell’ordinamento regionale. Lo abbiamo ripetuto con i finanziamenti alle iniziative per gli 80 anni della Liberazione e lo abbiamo fatto oggi, approvando una norma con cui finanziamo, con 570mila euro, il lavoro degli Istituti storici della Resistenza. A guidarci in questa scelta sono state anche le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto il 25 aprile a Civitella Val di Chiana. Mattarella ha detto ‘Non c’è futuro senza memoria’, quindi per noi è necessario far conoscere quello che è accaduto affinché non accada mai più. Perciò in questo tempo, in cui anche in Europa stanno crescendo i totalitarismi e regimi autocratici, il nostro compito è quello di mantenere alto il valore della memoria. Ce lo chiede il nostro stesso simbolo, il Pegaso alato, che fu il simbolo del Comitato di Liberazione della Toscana, una regione che ha sempre scelto di stare dalla parte giusta della storia. E sono felice che oggi, questa legge, sia stata votata anche da forze che non fanno parte della maggioranza”.
Nel corso del dibattito in aula, Marco Martini (Pd) ha detto che si tratta di “una proposta di particolare rilevanza, non tanto perché valorizza gli Istituti della resistenza già previsti come elementi di riferimento per attività di ricerca e di divulgazione per la conservazione e la fruizione del patrimonio documentario archivistico, ma perché dà loro il vantaggio di avere la disponibilità delle somme in bilancio già ad inizio anno, per avere certezza nella pianificazione delle loro attività”.
Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) ha illustrato un ordine del giorno, approvato dall’aula a maggioranza con il voto contrario di Fratelli d’Italia. L’atto ha l’obiettivo “di individuare, anche in accordo con gli organismi di rappresentanza dell’istituto storico della resistenza e dell’età contemporanea in Toscana e con l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale, una nuova ubicazione, attraverso la valutazione degli immobili di proprietà della Regione, come a titolo di esempio il palazzo in piazza unità d’Italia dove già persiste la biblioteca del Consiglio o palazzo Covoni in via Cavour 18” e “destinare risorse regionali per sostenere le retribuzioni del personale degli istituti in oggetto”.
“Abbiamo proposto questa legge – ha detto Vincenzo Ceccarelli (Pd)- per mettere in sicurezza gli strumenti che oggi maggiormente si occupano della memoria, che fanno ricerca e divulgazione e promozione culturale legata alla resistenza”. “Accogliamo volentieri e approviamo questo ordine del giorno – aggiunge - perché i problemi sollevati e le proposte avanzate dimostrano che c’è stata un’accurata indagine rispetto alle condizioni in cui sta operando l’istituto”.
“Avevamo già fatto la visita all’istituto – commenta Silvia Noferi (M5S) - e constatato la non adeguatezza dei locali, mi dispiace che ancora oggi si sia a questo punto”. “Mi aspetto una particolare attenzione da parte del gruppo che proposto quest’ordine del giorno” e “ricordo che ho chiesto in commissione che venissero presentati i progetti di questi istituti”.
“Le iniziative portate avanti da queste realtà -ha aggiunto Stefano Scaramelli (IV) che si è detto completamente a favore del testo di legge- non sono solo di divulgazione di valori per tutti noi identitari ma sono anche azioni concrete che consentono un lavoro capillare nei confronti delle nuove generazioni e per un impegno costante”.
“Voterò a favore, non c’è equivoco su questo tema da che parte stare - ha aggiunto Marco Stella (FI)- e nemmeno sulle risorse finanziarie anche se l’ambito di discussione dovrebbe essere la legge finanziaria in una riorganizzazione complessiva dei contributi anche ad altri enti”. “Mi piacerebbe che la stessa attenzione – ha aggiunto - ci fosse nei confronti del tema per esempio delle brigate rosse o delle brigate nere o del terrorismo che è successo in questa regione.” Chiederò la stessa attenzione non in termini economici ma come dire in termini culturali rispetto ad alcune vicende che hanno coinvolto questa regione, in particolare quelle legate alle Brigate rosse”.
“Sarebbe curioso comprendere per quale ragione si comparino vicende che hanno riguardato il dopoguerra – ha detto Gianni Anselmi (Pd) – con uno degli architravi dei pilastri della costituzione repubblicana che è la resistenza e il fenomeno dell’antifascismo”. “Credo – aggiunge- che il miglior rispetto anche per le vittime degli attentati del terrorismo degli anni 70-80 sia quello di non confondere e di non mischiare le carte, un conto è la ricostruzione storica intangibile di fatti che ci hanno reso cittadini liberi e che hanno avuto in Toscana medaglie d’oro al valore militare o civile e vicende che sono oggetto di approfondimenti legittimi”. “Bisogna riconoscersi per le nostre differenze nel fatto che c’è chi ha combattuto per dare la possibilità ai diversi di esprimersi e dall’altra parte c’era chi sostanzialmente voleva sopprimere le diversità e cancellare il dissenso, ecco dare una mano all’istituto storico di resistenza significa innaffiare le radici sulle quali siamo nati e cresciuti”.
Voto contrario del gruppo Fratelli d’Italia è stato espresso da Vittorio Fantozzi “sulla questione di merito non c’è assolutamente dubbio – ha detto - ma ne facciamo una questione chiaramente di metodo”. “Ci pare ci sia, a prescindere dal punto delle considerazioni di ordine generale in relazione ad altri istituti, una politica di promozione culturale” e “ancora una volta si decide di procedere non a una corsia preferenziale ma ad un qualcosa che le somiglia molto”.