Ancora lupi nell'azienda di Farina: un'agnella ferita e l'altra portata via

Albinia: Non c’è pace per l’azienda di Farina Luigi, a sostenerlo è la presidente del comitato Pastori d’Italia, Mirella Pastorelli. L’azienda si trova nel cuore della Maremma presso l’Albinia località la Selva, questa zona è popolata da lupi, i quali ogni giorno vanno alla ricerca delle loro prede e vittima di questo disastro è l’allevatore Luigi. Un imprenditore che ha fatto della sua azienda, una delle aziende più all’avanguardia attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie e prevenzioni alfine di tutelare il proprio gregge.

Nonostante ciò anche ieri in pieno giorno un’agnella è stata gravemente ferita ed un’altra portata via. Farina, il quale con grande dedizione porta avanti una tradizione familiare, con grande sgomento ha denunciato che in un mese o poco più il suo gregge è diminuito di 10 capi. Una situazione vergognosa che il comitato denuncia quotidianamente, ottenendo dietro alle denunce solo false promesse da parte della politica, la quale, per non perdere i voti, assume atteggiamenti altalenanti strizzando l’occhio agli allevatori e contemporaneamente agli animalisti, intanto passa il tempo e nulla cambia. Mentre in Italia questo è il modus operandi, la Comunità Europea nel frattempo il 27/06/2024 dava l’ennesima legnata all’agricoltura all’allevamento e alla pesca con l’approvazione del “Ripristino della natura”. Tale approvazione prevede di riportare indietro di 70 anni i cambiamenti della natura, obbligando gli stati europei a ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini entro il 2030 il 30%, entro il 2040 il 40% ed entro il 2050 il 90%. Per realizzare il progetto i finanziamenti saranno sottratti dai fondi comunitari dell’ agricoltura, dell’allevamento e della pesca. Per le associazioni ecologiche si tratta di una legislazione storica che non si occupa di salvaguardare la natura, ma riportare allo stato originale le aree danneggiate, mentre per gli allevatori è l’ennesima scusa per l’esproprio dei terreni, provocando un enorme danno non solo alle aziende, ma all’intero comparto economico dell’Italia. Quello che fa molto riflettere, per il declassamento non ci sono stati i tempi per l’avvicendarsi delle elezioni e non sappiamo ad oggi quando tornerà in approvazione, mentre il “Ripristino della natura” il tempo è stato trovato, nonostante le forti manifestazioni degli agricoltori.

Un quadro desolante nel quale si legge che le associazioni ecologiche sono favorite a discapito di coloro che ogni giorno producono non per se’, ma per la collettività, troppo spesso ignara dei sacrifici che si nascondono dietro le prelibatezze che assapora a tavola. Ultimo appello agli assessori regionali, vista la legnata ricevuta con il Ripristino della natura, non venga approvato il piano lupo, se dovesse essere messo in votazione in conferenza stato regioni, perché essendo un piano pro lupo la sua approvazione significherebbe uccidere completamente la pastorizia .