Acquisto di immobili all’interno del compendio minerario di Pozzo Roma: il Sindaco Ulivieri risponde a 'Noi, per Gavorrano'

Gavorrano: «Non sempre rispondiamo ai comunicati stampa del gruppo di opposizione “Noi, per Gavorrano”, ma questa volta siamo costretti a farlo per le numerose inesattezze contenute in quello che ha per oggetto l’acquisto di alcuni immobili all’interno del compendio minerario di Pozzo Roma». E' quanto puntualizza la sindaca di Gavorrano Stefania Ulivieri.

«Fin dal 1994, questo Comune si è adoperato affinché il lascito, materiale e immateriale, dell’attività estrattive fosse recuperato e riconvertito verso funzioni legate al turismo, alla cultura e alla ricerca scientifica. È di quegli anni - continua la prima cittadina - l’approvazione del progetto di fattibilità per la costituzione del Parco Minerario, finanziato dall’allora Ministero dell’Industria e redatto in collaborazione con la facoltà di Architettura di Firenze.

In quel progetto, che prendeva in considerazione tutti i siti minerari del Comune di Gavorrano, il recupero del compendio di Pozzo Roma avrebbe dovuto essere il primo intervento da realizzare, proprio perché quel luogo costituiva, e costituisce ancora, il centro della memoria storica di questo territorio. Non fu possibile attuarlo per la permanenza di vincoli ministeriali e per la doverosa messa in sicurezza delle gallerie.

Da allora sono passati molti anni, ma l’importanza di quello che il Comune acquisterà è rimasta immutata.

Fatta questa doverosa premessa, dobbiamo correggere quello che è contenuto nell’articolo che prende spunto dalle dichiarazioni del gruppo consiliare “Noi, per Gavorrano”.

In primo luogo, il Comune di Gavorrano parteciperà ad un bando pubblicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che mette a disposizione degli Enti una cifra massima di 10 milioni di euro per interventi di recupero di siti dismessi, in particolare quelli di archeologia industriale. Il progetto esecutivo, in fase di redazione, prevederà una somma al di sotto degli 8 milioni.

Per l’acquisto degli immobili il Comune spenderà 20 mila euro ed è solo questo il costo che sta sostenendo.

Non è assolutamente vero che l’Amministrazione “sarà chiamata ad anticipare 11 milioni di euro per l’attuazione dell’iniziativa”. Il Comune verserà per la realizzazione degli interventi esclusivamente i soldi che eventualmente gli saranno riconosciuti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel caso risultasse vincitore del bando. Noi speriamo che questa avvenga, perché rappresenta un’occasione importante per recuperare, valorizzare e rifunzionalizzare i beni legati alla storia industriale del territorio.

Se invece non risultassimo tra i comuni beneficiari, avremo comunque a disposizione immobili che potranno essere restaurati attraverso altri finanziamenti legati alla rigenerazione urbana.

Una volta recuperato Pozzo Roma, inoltre, l’Amministrazione si impegnerà per coinvolgere altri soggetti, pubblici e privati, per la gestione del sito, che di certo risulterà molto più attraente che non nelle condizioni attuali.

La giacitura e la posizione degli immobili non provocherà danno a terzi, anche in caso di piccoli cedimenti: le costruzioni sono disposte al di sotto della sede stradale e non confinano con altre proprietà se non quella di Eni Rewind, la quale si è già resa disponibile a monitorare la situazione giorno e notte, come sta facendo anche adesso.

Come dovrebbero conoscere anche le forze di opposizione, poi, un finanziamento ottenuto per un determinato progetto non può essere destinato ad altre iniziative e quindi di fatto non vengono distolte risorse che saranno impiegate per altri lavori pubblici.

Infine, il restauro filologico degli edifici e delle strutture, dove un tempo lavorava la maggior parte dei cittadini gavorranesi, rappresenta un vero e proprio museo di sé stesso: il monumento eterno al sacrificio di molti minatori.

Abbiamo sempre pensato che questi semplici concetti fossero la base condivisa della comunità, per questo esprimiamo il nostro profondo stupore nel leggere quanto affermato dal gruppo consiliare “Noi, per Gavorrano”».