Gian Piero Joime (presidente circolo FDI Orbetello): ‘Sostenere l’agricoltura sostenere il futuro’

Orbetello: “Una vera e propria guerra economica rischia di falcidiare l’agricoltura nazionale; un settore fondamentale e strategico per il nostro paese, dalla cui sicurezza e prosperità dipende la sicurezza e la prosperità di tutte le filiere economiche nazionali”, così interviene Gian Piero Joime, presidente circolo Fratelli d’Italia Orbetello e docente universitario a Roma in materie ambientali.

“Bisogna intervenire subito, - è il grido d’allarme lanciato dal professor Joime. - Adesso è già tardi, per sostenere l’agricoltura, la zootecnia, la pesca nazionale; per sostenere e tutelare - in ogni regione, in ogni provincia, in ogni comune - i nostri agricoltori, i nostri pescatori e i nostri allevatori, tutti alle prese con una gravissima crisi che ne mettono in discussione la sopravvivenza economica”.

“Il settore agricolo nazionale, - spiega l’esponente di FDI orbetellano - è stato per troppo tempo relegato al semplice ruolo di fornitore di commodities, anello debole della filiera agroalimentare, dipendente dagli standard dell’agroindustria e della grande distribuzione, stretto tra norme di tutti i tipi, set aside e retoriche green; ed è il settore che ora prima di altri sta violentemente subendo l’impennata dei prezzi dell’energia, dei fertilizzanti, delle materie prime. Sembra che solo ora tutti si rendano conto che le produzioni del settore primario non sono solo commodities, beni indifferenziati che si possono fare o comprare ovunque, ma specialità essenziali per territori e comunità locali. Specialità che hanno determinato identità territoriali e che hanno grandemente contribuito alle prosperità locali. Le nostre produzioni agricole sono le fondamenta economiche e sociali dalle quali costruire, e ripartire. Dalla salvaguardia del settore primario dipende il futuro del nostro paese; il contenimento dei fattori di pressione sul sistema agricoltura è determinante per arginare l’ampliamento a catena a tutti gli altri settori, altrimenti inevitabile”. 

“Il settore primario, - prosegue Joime - sta subendo la più grande crisi economica dal dopoguerra. Adesso non c’è più tempo, e occorre, prima ancora di comprendere le cause dell’attuale dissesto, dirigere rapidamente tutti gli strumenti finanziari possibili, dal Pnrr al PSR, per arginare l’evidente emergenza: riprendere le terre incolte, far ripartire i trattori, curare i nostri capi di bestiame, navigare con i pescherecci. Occorre poi riportare l’agricoltura nazionale nella primaria e strategica posizione che deve avere, e considerare la sicurezza alimentare come un fattore imprescindibile per ogni politica di sviluppo. Come si può parlare di sostenibilità senza la base della sicurezza agroalimentare, senza indipendenza produttiva? E’ sufficiente osservare che dalla grande crisi del 2007, dopo ben 15 anni la capacità di approvvigionamento dellItalia è in caduta libera: nel 2021 solo il 36% per il grano tenero, a fronte del 50% nel 2008, il 56% per il grano duro, a fronte 79,3% nel 2008, il 53% per il mais, a fronte del 60% dell82,4% nel 2008.   E così, per l’abbandono delle produzioni nazionali, lItalia risulta particolarmente vulnerabile e dipendente dall’estero per gli approvvigionamenti di cereali e fertilizzanti”. 

“La scelta è se continuare a sottostare alle dinamiche economiche e politiche internazionali, oppure riconsiderare l’agricoltura - e quindi il cibo, la salute e la sicurezza alimentare - un diritto fondamentale da garantire ai propri cittadini - consumatori e produttori - e cercare con tutte le forze di riconquistare il terreno perduto. E quindi agire subito e adesso con tutte le necessarie e urgenti misure finanziarie per sostenere e tutelare i nostri agricoltori, allevatori, pescatori. Sostenere ora l’agricoltura italiana significa sostenere il nostro Futuro”, conclude Gian Piero Joime.