'Le Voci della Storia 2021', un viaggio nella storia e nel teatro da giugno a ottobre

Cinque spettacoli e visite guidate a Saturnia, Manciano, Montemerano e a Marsiliana a cura di Massimo Cardosa e di Teatro Studio Grosseto. Il primo appuntamento è il 30 giugno con “Medea”.

Manciano: Saranno cinque gli appuntamenti con la storia, con il teatro e con la cultura in tutto il territorio di Manciano da giugno a ottobre. “Le Voci della Storia 2021” è l’iniziativa curata dal direttore dei Musei civici di Manciano Massimo Cardosa e da Teatro Studio di Grosseto i quali proporranno una serie di spettacoli teatrali insieme a visite guidate dei borghi di Saturnia, Manciano, Montemerano e Marsiliana.

2021_LeVociDellaStoria_ProgrammaCompleto-1.jpgSi inizierà mercoledì 30 giugno alle ore 18 a Saturnia, al prato di Porta Fiorentina con “Medea” (spettacolo teatrale da Euripide e Christa Wolf) con Enrica Pistolesi, Luca Pierini, Daniela Marretti, Mirio Tozzini, Caterina Rossi per la regia di Mario Fraschetti. Una tra le più intense e vibranti tragedie della Grecia Antica. Il percorso di un mito, di una donna, di una cultura che ci racconta la ferocia del potere maschile e la potenza del potere femminile.

Giovedì 15 luglio alle ore 21 sempre a Saturnia, dal prato di Porta Fiorentina “Una notte lunga 2000 anni”, si tratterà di una visita guidata di Saturnia, con performance teatrali, con Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio.
Giovedì 5 agosto alle ore 17 a Manciano, da piazza Magenta “Camminando nella storia”, visita guidata di Manciano, con performance teatrali con Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio.
Venerdì 10 settembre alle ore 17 a Montemerano, da piazza del Castello “Nel cuore del Medioevo, visita guidata di Montemerano, con performance teatrali con Fabio Detti, Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio.
Venerdì 8 ottobre alle ore 17 a Marsiliana, dalla piazzetta della Dispensa “Storia d’amore, ricatti e briganti”, narrazione storica con pièce teatrale originale con Simona Pozzi, Massimo Cardosa e con gli attori di Teatro Studio per la regia di Mario Fraschetti.
Tutte le iniziative sono gratuite.

Mercoledì 30 Giugno, ore 18
Saturnia, Prato di Porta fiorentina,
Medea
Interpreti: Enrica Pistolesi, Caterina Rossi, Daniela Marretti, Luca Pierini, Mirio Tozzini
Adattamento del testo e regia: Mario Fraschetti

Medea, un nome che etimologicamente significa “colei che consiglia”, una sacerdotessa-guaritrice che usa il sapere delle madri, un sapere che da Euripide in poi è fatto passare per pericolosa magia. Il mito di Medea per due millenni è stato letto univocamente come la vicenda di un’eroina che assolve fino all’ultimo il dettame divino della distruzione della stirpe di colui che commette una colpa, fino a portarlo all' estrema tragica conseguenza di dare la morte ai propri figli. Ma scavando a ritroso nel tempo si trovano altre interpretazioni, altre Medea, altri svolgimenti della vicenda. Se Medea non è infanticida, il valore stesso del mito cambia, come cambia la sua forza catartica che si indirizza allora verso altri obiettivi. Medea è l’eroina di un mondo arcaico, religioso e matriarcale, in contrasto con un mondo razionale, laico, moderno. L’amore fra Medea e Giasone rappresenta il conflitto fra questi due mondi. Lo spettacolo del Teatro Studio non dà una rilettura del mito, ma permette agli spettatori un'interpretazione soggettiva, attraverso stimoli visuali, verbali e sonori. Il lavoro segue la struttura drammaturgica della tragedia di Euripide su cui si innestano i testi di Apollonio Rodio e Christa Wolf. La messa in scena risente di alcune suggestioni pasoliniane.

Nota critica di Teatro Studio
"Medea, uccise i propri figli. Così si è voluta vendicare dell'infedele Giasone”. “No! Chi potrebbe mai crederci! Medea ha parlato dei bambini come se fossero ancora vivi. Invece, quando non era ancora uscita dal perimetro della loro città, erano già morti”. “Chi fu dunque ad ucciderli?” “Tutti. Anche Giasone!" "Dovunque la frughino, coi loro arti crudeli, in lei non troveranno traccia di speranza, di paura. Niente di niente. L’amore è stato fatto a brani, cessa anche il dolore. Medea è libera. Senza desideri ascolta il vuoto che la colma”. Medea è donna, straniera, depositaria di una conoscenza che attrae e insospettisce, una non integrata nella comunità greca, è tutto quello che la Grecia del V secolo riconosceva come altro da sé, da tenere a bada, da emarginare in quanto elemento di eversione e di disordine. Una messa in scena ricca di immagini e sentimento che prende le mosse dal viaggio degli Argonauti, per percorrere una Colchide tribale e matriarcale e giungere nella democratica Grecia definita dalla supremazia del patriarcato. Il percorso di un mito, di una donna, di una cultura, che ci racconta la ferocia del potere maschile e la potenza indomabile del femminino. Un mito, una tragedia, perfettamente in grado di dialogare col presente e di riportarci alle radici di una mentalità, ancora, in gran parte, da scalzare.