Rischi sanitari sull'acqua che stiamo bevendo

Roberto Barocci, Forum Ambientalista Grosseto: "Agenzia regionale di sanità certifica che l’acqua del Fiora, bevuta nella provincia di Grosseto, ha prodotto mortalità e mette a rischio la salute delle donne".Grosseto: L’Agenzia regionale di sanità (Ars) ha pubblicato dati molto preoccupanti sugli effetti dannosi perla salute prodotti dall’acqua potabile distribuita in provincia di Grosseto. A rilevarlo è Roberto Barocci per il Forum Ambientalista Grosseto, allegando una valutazione sintetica di quanto contenuto nello studio InVETTA sui rischi sanitari statisticamente significativi tra coloro che bevono acque con diversi contenuti di Arsenico.

«I risultati per i comuni geotermici dell’Amiata - spiega Barocci - sono stati accorpati e discussi in funzione di tre diverse esposizioni, ovvero in funzione dei livelli medi delle concentrazioni di Arsenico nelle acque potabili: se inferiore a 5 μg/l (acque discrete, ma migliorabili per l’Organizzazione mondiale della sanità), tra i 5 e 10 μg/l (che è il limite di legge introdotto con il D.L. 31/2001) e se superiore a 10 μg/l (acque distribuite in provincia tra il 2003 e il 2010, periodo delle deroghe ai limiti di legge).
Per similitudine di esposizione, una parte dei dati per l’Amiata sono riferibili all’intera provincia di Grosseto.

Quello pubblicato da Ars è uno studio fatto su tutti i residenti nei comuni di Piancastagnaio, Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Santa Fiora e Castel del Piano, indagati dal 1998 al 2019. La coorte di residenti in studio è costituita da 30.910 persone, con una accurata ricostruzione della loro storia clinica e dell’esposizione alle acque potabili arseniose.
Dopo il 2010, cessato il periodo delle deroghe regionali per intervento dell’Unione europea, in tutta la provincia si è bevuta acqua sotto il limite di legge di 10 μg/l. Ma l’acqua distribuita nelle abitazioni di tutta la provincia è da sempre in prevalenza proveniente dall’acquifero dell’Amiata, acqua che fino ai primi anni 2000 veniva utilizzata per miscelare le acque prelevate lungo la costa, cariche di sali e metalli. Successivamente al 2000 le fonti del Fiora hanno fatto registrare un costante aumento di Arsenico fino all’attuale valore, molto vicino al limite di legge di 10 μg/l.

Quindi in provincia di Grosseto si sta bevendo acqua sconsigliata dall’Organizzazione mondiale della sanità - la quale a seguito dei propri studi consiglia di non superare il valore di 5 μg/l - e poiché anche in diversi altri comuni della provincia dal 2003 al 2010 si è bevuto acque in deroga per l’Arsenico, i risultati ottenuti in Amiata sono di sicuro interesse per l’intera provincia.
Tali dati sono molto preoccupanti per chi negli anni passati ha bevuto acqua in deroga, cioè sopra al valore di 10 μg/l, poiché l’Ars scrive: “In analogia con il dato della mortalità, anche i ricoveri per tumori maligni sono risultati in eccesso negli esposti: +10%, maggiore nelle donne +19%. Sempre nelle donne l’eccesso è presente anche per i ricoveri per tumore del polmone +85%, e per tumore della mammella +23% ...”.

Ma preoccupano anche i dati registrati per chi ha bevuto acqua con concentrazioni medie tra 5 e 10μg/l, cioè quasi tutta la popolazione della provincia, poiché troviamo scritto che “Sempre nelle donne si osserva un eccesso di rischio nella classe 5-10 μg/l del +29% riferito alla mortalità per malattie cardiovascolari ...”. Conclude l’Ars: “Negli ultimi anni sta crescendo sempre più la preoccupazione che anche moderati o bassi livelli di arsenico nelle acque potabili, anche inferiori agli attuali limiti normativi (10 μg/l), possano indurre esiti dannosi sulla salute umana”.

Se si aggiunge che una vasta documentazione attesta che le deroghe regionali furono ottenute presentando studi fondati su clamorosi errori, circa la naturalità dei fenomeni, non dando validità all’origine artificiale del “Drenaggio acido di miniera” (Amd), che veniva asserita l’assenza dei rischi per la salute e la mancanza di tecniche per rientrare nei limiti, che le centrali geotermiche dell’Amiata emettono dai camini ogni anno una quantità di Arsenico capace di rendere non potabile il 150% delle acque in uscita dall’acquifero del Fiora, il quadro si complica ulteriormente e si impongono scelte su chi ha diritto ad utilizzare l’acquifero che alimenta l’intera provincia di Grosseto, se l’Enel o la popolazione».