Ugl: 'Sui gessi rossi troppe verità ribaltate. È l'ennesimo 'no' immotivato. Non si metta in pericolo l'occupazione in nome di inesistenti rischi per la salute'

Ugl: l'intervento di Dominici e Bogi sul progetto di ripristino ambientale a Pietratonda. Firenze: «I gessi rossi rappresentano una questione da risolvere: continuando a dire no, peraltro in nome di timori  ambientali  del  tutto  ingiustificati  sotto  il  profilo  scientifico,  quale  sarà  il  futuro  del  nostro  territorio?».  I  vertici  regionali  e  provinciali  Ugl  intervengono  nel  dibattito  in  merito  al  progetto  di  ripristino  ambientale  della  cava  di  Pietratonda  con  i  gessi  rossi. 

«In  questo  periodo  –   dichiarano Giuseppe  Dominici,  segretario  regionale  Ugl,  e  Fabio  Bogi,  vicesegretario  provinciale  dell'Ugl  grossetana –   assistiamo  al  manifestarsi  di  una  forte  presenza,  sui  media  e  sui  social,  di  sparuti  ma  rumorosi gruppi ambientalisti dall'approccio totalmente privo di fondamenti scientifici. Nell'agitare le loro battaglie, che prevedono sempre e comunque di dire “no” a tutto, rischiano di far precipitare la nostra provincia nel medioevo lavorativo».

L'elenco – ricordano Dominici e Bogi – è lungo: «Il no all'autostrada, che comporta la rinuncia a uno sviluppo generale di tutta l'economia, dal turismo al manifatturiero, fino all'agroalimentare. Il no agli impianti a biogas, che significa privare gli agricoltori di un'importante fonte di diversificazione produttiva. E ancora: no alla geotermia, no al fotovoltaico e  alle  energie  rinnovabili,  no  alla  possibilità  per  gli  allevatori  di  difendersi  dai  predatori.  E  oggi  ci  mancava anche il no ai gessi rossi». Un atteggiamento immotivato, a detta dell'Ugl.

«Una vicenda che evidenzia  l'ennesimo  sistematico  ribaltamento  della  verità  ad  opera  dei  cosiddetti  ambientalisti.  Sì,  perché  sulla  cava  di  Pietratonda  – spiegano  Dominici  e  Bogi  – pende  l'ordinanza  di  ripristino  ambientale  di  un  tribunale,  che  impone  di  rinaturalizzare  e  riqualificare  quell'area.  Si  tratta  di  un  ambiente da bonificare che invece viene descritto come fosse da tutelare. E i gessi rossi che la legge individua  come  sottoprodotto  utile  ed  eccellente  per  essere  impiegati  nel  ripristino  ambientale,  vengono  rappresentati  come  un  veleno.  Eppure  Montioni,  area  dismessa,  ex  cava  all'interno  di  un  parco  naturale,  è  stata  ripristinata  proprio  attraverso  i  gessi  rossi:  un  eccellente  esempio  di  miglioramento del territorio senza alcun tipo di rischio ambientale, che potrebbe essere replicato a Pietratonda».

Oltre all'aspetto ambientale, c'è anche quello lavorativo ed economico: «Siamo solidali con  i  cittadini  dei  Comuni  interessati  da  questa  vicenda  – concludono  Giuseppe  Dominici  e  Fabio  Bogi –  perché  è  giusto  preoccuparsi  del  diritto  alla  salute,  la  priorità  assoluta  da  tutelare,  ma  allo  stesso  tempo  il  ripristino  della  cava  di  Pietratonda  con  i  gessi  rossi  consentirebbe  anche  di  riqualificare  il  territorio  senza  dover  ricorrere  alle  risorse  comunali,  i  cui  costi  graverebbero  poi  inevitabilmente sulle tasche dei cittadini. È ormai provato che questi ripristini sono possibili tramite l'attento monitoraggio di tutti gli enti di controllo, con il risultato di ottenere il miglioramento di tutta la comunità a costo zero. Per non parlare dei nuovi posti di lavoro garantiti dalle aziende coinvolte. Non mettiamo sul lastrico centinaia di famiglie in nome di paure infondate!».