Tocchi: “Se non aumentiamo il prezzo del grano duro, molte aziende rischiano di chiudere"

Nella giornata mondiale della pasta, il presidente di Confagricoltura Grosseto Attilio Tocchi, pone l’attenzione sul pericolo di perdere una produzione di elevata qualità come il cereale maremmano

Grosseto: “Dobbiamo premiare i nostri produttori di grano duro, non penalizzarli come è accaduto anche per il 2024, con una diminuzione del prezzo all’origine del 20%, e un autoapprovvigionamento dei produttori di pasta che scende al di sotto del 50%.” In concomitanza della giornata mondale della pasta, il presidente di Confagricoltura Grosseto, Attilio Tocchi - nell’esaltare questo alimento iconico e amato simbolo dell’Italia, non ha potuto prescindere dal riportare l’attenzione sulla necessità di un’indispensabile tutela e rafforzamento della filiera, a partire dal riconoscere un prezzo più equo a chi sta investendo come i nostri agricoltori dal cui lavoro emerge un prodotto che per caratteristiche è qualitativamente eccellente e con i tenori proteici tra i più alti d’Italia.

Orbene, per mantenere questa immagine e tale reputazione - continua il presidente di Confagricoltura Grosseto - è quanto mai necessario il rafforzamento della intera filiera e far conoscere maggiormente le prerogative di questo prodotto. Una strada non semplice a causa del clima che influisce sui raccolti di grano duro, della ridotta capacità ben lontana dal soddisfare l’industria di trasformazione. Una cosa è certa. Non si può mettere a repentaglio la stabilità economica dei produttori, attraendoli nel 2022 con un prezzo al quintale di 48 euro, si fanno fare loro investimenti, per poi portarne il prezzo a 27 euro nel giro di due anni, con una diminuzione del prezzo pari al 56%. Così non si può andare avanti e le nostre aziende rischiano di crollare sotto il peso dell’aumento dei costi e della diminuzione dei ricavi.” Per questa ragione Confagricoltura nazionale ha inteso operare nella direzione di rafforzamento della intera filiera, andando ad agire in modo aggregato su più fronti, a partire dalla gestione del rischio. Confagricoltura e UnionFood hanno stretto a riguardo un accordo che mira anche a far tornare il tasso di autoapprovvigionamento ai livelli più alti, con una produzione ad elevato standard qualitativo. “Come Confagricoltura - conclude il presidente Tocchi - riteniamo che si debbano adottare tutte quelle misure che riducano al minimo l'impatto delle restrizioni ambientali, per evitare che gli agricoltori siano costretti a rinunciare a parte delle loro attività o a ridurre ancora la produzione. L'obiettivo è trovare un equilibrio tra le esigenze ambientali promosse dalla PAC e la sostenibilità economica delle aziende agricole, per garantire la continuità del settore senza compromettere i progressi verso una produzione più verde, ma soprattuto con la messa in atto di accordi di filiera che permettano ai nostri agricoltori di poter rendere economicamente sostenibile la produzione del grano duro maremmano le cui caratteristiche di unicità e qualità lo stesso mondo della trasformazione ci riconosce.”