Tavolo Salute: "Per un femore se sei fragile vai a Grosseto. Manca la sicurezza"
Massa Marittima: “Il cittadino al centro del sistema sanitario”. È perlomeno vent’anni che se ne parla con la delocalizzazione dei servizi e maggiore autonomia dei distretti e degli ospedali periferici ma nella realtà si è e si continua a strangolare il sistema pubblico, spostando le prestazioni sui privati o costringendo i cittadini a spostarsi, chi lo può fare naturalmente, per visite e indagini specialistiche. Intanto c’è una vera e propria fuga dal settore sanitario pubblico. Chi può va in pensione, salvo pochi e rari casi di prolungamento dei tempi per la collocazione a riposo, oppure in alternativa si licenzia dal pubblico e va a lavorare con il privato dove vengono garantite condizioni economiche e lavorative senz’altro migliori.
Questo non è certamente il modo migliore per rilanciare il settore che naviga in una crisi profonda da anni, da prima della pandemia e ora sta collassando. Evidentemente le autocelebrazioni dei seminari di questi giorni servono a dare un’immagine di solidità a quello che invece è un sistema fragile che si giustifica affermando che è così ovunque pur sapendo di raccontare una favola senza fondamenta. Un anno fa il Consiglio Comunale aperto celebrato nel Palazzo dell’Abbondanza, approvava un ordine del giorno con una serie di richieste delle quali la Direzione se ne fece carico. Unica certezza gli adeguamenti del presidio all’antisismica, certo importanti.
Ma sono importanti anche le attività e il rilancio dei vari settori. È bene ricordare che non ci sono più pediatri, medici di famiglia, la continuità assistenziale è stata demolita, della Casa della Salute si sono perse tracce e via discorrendo. Per quanto invece attiene l’ospedale, dopo il dimezzamento dei posti letto e la riduzione del personale voluta e iniziata dal governatore Rossi, c’è stato il fermo di attività promesse nei patti territoriali. Una delle richieste avanzate per l’ospedale delle Colline Metallifere, insieme ai solleciti per il potenziamento del personale, era quello della sub intensiva, scritta e promessa da anni e mai realizzata. Qualcuno parlò dei letti ad alta intensità, ponendoli come alternativa sapendo che sono un inutile palliativo che non ha le stesse funzioni.
Il Governo Conte e il Ministro Speranza misero in campo risorse per potenziare gli ospedali periferici e dotarli, almeno nelle strutture come quella di Massa Marittima, di letti di sub intensiva ma nulla. Ecco ora un nostro concittadino, padre di un consigliere comunale, ha avuto una frattura di femore e per effettuare l’intervento è stato trasferito a Grosseto per il semplice fatto che, avendo altre patologie, a Massa non vi sono le condizioni di sicurezza per effettuare l’operazione perché manca la sub intensiva. Si vuole ancora parlare di mettere al centro il cittadino? Per fare cosa per prenderlo in giro perché la realtà è altra cosa. Una struttura dove sono stati investiti 17 milioni di euro e altri soldi arriveranno per l’adeguamento all’antisismica non è in grado di produrre prestazioni e salute come dovrebbe essere è semplicemente scandaloso.
Infine non si trova spazio nella riforma per tagliare l'enorme e inutile burocrazia che rallenta pesantemente il lavoro dei sanitari e mette sulle spalle dei cittadini inutili procedure che si sommano alle necessità di cura che dovrebbero essere quelle prioritarie. Al contempo quindi si mantiene in essere l'apparato che la produce fatto di centinaia di operatori sanitari tolti dai reparti o dal territorio per occupare poltrone utili solo a chi le ha create, cioè alla politica. Un’Azienda che si vuole definire tale deve lavorare per aumentare le prestazioni, non per affidarle ai privati e alle convenzioni, incentivare il personale interno e attivare strategie per il rilancio della sanità pubblica decentrata", concludono Paolo Mazzocco e Luciano Fedeli.