Ricchissimo calendario di conferenze alla Fondazione Polo universitario grossetano

Grosseto: 17 incontri, di cui uno si è già svolto, formano un programma allo stesso tempo ambizioso, affascinante, completo e rappresentativo dell’importanza dell’archeologia in Maremma. Fondazione Polo Universitario Grossetano, Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università di Siena ed Associazione Archeologica Maremmana hanno sviluppato un progetto che ha lo scopo di divulgare ad un pubblico eterogeneo la ricchezza e la dinamicità delle ricerche svolte in Maremma, in Toscana ma non solo, attraverso un calendario di conferenze che accompagneranno l’intero anno.

“L’idea nasce dalla collaborazione con l’Associazione Archeologica Maremmana - spiega Mara Sternini, professore associato di Archeologia Classica dell’Università di Siena – con lo scopo di divulgare tra la cittadinanza i risultati delle ricerche svolte all’interno del dipartimento.

“La ricchezza degli “Incontri con le Voci dell’Archeologia” è rappresentata dalla vastità e dall’importanza dei contenuti che verranno affrontati, la maggior parte dei quali hanno un diretto riscontro sul territorio, afferma la Presidente Gabriella Papponi Morelli. La Fondazione Polo Universitario Grossetano svolge un ruolo centrale nel perseguire l’interesse dell’intero tessuto sociale ad essere coinvolto nei vari ambiti del sapere, attivando sinergie tra le scuole, l’università, le associazioni ed i cittadini; in questo caso la presenza ormai storica del corso di laurea in Scienze Storiche e del Patrimonio Culturale presso la nostra sede rende l’iniziativa il naturale punto di contatto tra le diverse realtà grossetane.”

“La collaborazione tra l’Associazione Archeologica Maremmana, la Fondazione Polo Universitario Grossetano e l’Università di Siena è nata come un legame fisiologico tra realtà affini per l’interesse comune verso la storia antica e la comunicazione delle scoperte ad un’ampia platea di fruitori – sostiene la Presidente Giuseppa Scollo Abeti Biagioli – il progetto si pone quindi l’obiettivo di creare un nuovo rapporto tra l’archeologia ed il pubblico: auspichiamo che la divulgazione delle ricerche svolte anche da giovani archeologi avvicinerà a questa affascinante materia gli studenti e tutti coloro che percepiscono il nostro territorio come una straordinaria fonte di studi sul mondo antico.

Tutte le conferenze si terranno alle ore 16 presso l’Aula Magna della Fondazione Polo Universitario Grossetano, in via Ginori, 43.

Il primo appuntamento sarà il 12 gennaio con la conferenza "Il rito etrusco della fondazione di una nuova città". La relatrice Vera Giommoni, architetto e storico dell'arte, introduce così il tema: “Tra i riti cultuali etruschi, quello di fondazione di una nuova città era della massima complessità, perché concretizzazione in terra dello spazio celeste chiamato Templum. Innanzi tutto, lo spazio veniva delimitato con estrema precisione, poi la forma urbana era impostata su due assi principali ortogonali tra loro, a modello del cosmo etrusco. Tale regolazione dell’assetto urbanistico aveva anche una funzione pratica, capita bene dai Romani successivamente, dando al contempo diverso valore simbolico alle varie zone.”

Il secondo incontro si terrà il 26 gennaio ed il tema sarà “La casa con recinto nel Foro di Roselle: la struttura, i depositi votivi ed i rituali di obliterazione”, a cura di Elisa Papi. Laureata in Etruscologia, ha conseguito il Diploma di Specializzazione nel curriculum Pre-Protostorico con specializzazione in Etruscologia ed attualmente collabora con la cattedra di Etruscologia dell’Università di Siena.

“Il deposito votivo del Foro di Roselle viene individuato durante gli scavi condotti nel 1959 dalla dottoressa Clelia Laviosa, in quella che si rivelerà poi essere una zona legata all’insediamento etrusco – spiega Elisa Papi - Il deposito, rinvenuto durante la prima campagna di scavo nell’area centrale di Roselle presenta un repertorio limitato sia d’impasti che di forme tutte databili al VI-V secolo a.C. Il numero di oggetti ma soprattutto la posizione lascia pensare che sia fortemente legato alla struttura della “Casa con Recinto” un luogo centrale della vita rosellana del quale ancor oggi la funzione è dibattuta. Il tipo di deposito, la posizione, il suo contenuto e i confronti con altre realtà coeve fanno pensare che possa trattarsi di un’offerta, realizzata dagli abitanti, quando la casa non era più in funzione come un sigillo dell’importanza che questo edificio aveva rivestito per la comunità.”