Pci: “Rilancio sanità passa da potenziamento di un territorio che non c’è”

Massa Marittima: “Ci raccontano che tutto si stia muovendo verso il rilancio del sistema sanitario che subirà una rivoluzione ma non è così almeno secondo quanto ci riferiscono alcuni residenti che si sono sfogati con noi". Così ci scrive Daniele Gasperi che racconta quanto detto da un anziano sulla sua vicenda e di altri residenti che dopo settimane sono ancora senza medico.

"Dai loro racconti, - prosegue Gasperi - hanno voluto mantenere il riserbo sulle identità per evitare attacchi o accuse di alimentare polemiche strumentali. Due sono gli elementi che ci pare giusto evidenziare come partito: il mantenere il riservo per riferire quanto succede e la realtà nella quale si trova un servizio fondamentale come quello sanitario. Si promettono interventi o rivoluzionarie innovazioni tecnologiche che non potranno, secondo il nostro punto di vista, sostituire il rapporto fondamentale che ci deve essere tra i professionisti e gli utenti. Il primo cittadino che ci racconta è stato colpito da faringiti violente con episodi febbrili e altri effetti curati con terapie antibiotiche e cortisone. L’ultimo in ordine di tempo nei giorni scorsi con sintomi molto forti: tosse, febbre e vomito. Lunedì telefonata e richiesta di appuntamento per visita e consulto. Una visita sino a giovedì è impossibile perché il dottore ha già tutte le prenotazioni effettuate sino a quel giorno".

"Come è possibile, - dice Gasperi -  che un anziano che ha chiesto anche la possibilità, facendosi accompagnare da amici, di andare a trovare il medico fuori dalla propria frazione di residenza, non trovi risposta e non certo per colpa del medico stracolmo di utenti e carico di adempimenti burocratici? Dovrebbe andare al pronto soccorso rivolgendosi ad una struttura già in crisi con una prestazione “non appropriata” e il rischio altrettanto elevato di pagare la prestazione perché non da codice di emergenza, oppure curarsi in casa con il fai da te, prendendo quei farmaci che in altre occasioni sono stati assunti dall’anziano e il rischio magari di avere effetti collaterali indesiderati? Come è possibile, ci chiediamo come partito, che si possa continuare all’infinito a prendere in giro i cittadini promettendo rivoluzioni e nei fatti vedere come certezza la demolizione del servizio pubblico dove uno dei pochi riferimenti certi era rappresentato proprio dai medici di famiglia. Il futuro passerà dal web? Forse non ci si rende conto e non si vuole prendere atto dell’età media delle persone e, non poco frequentemente, dell’incapacità di diversi cittadini anche non necessariamente anziani dell’approccio con strumenti informatici che dovrebbero sostituire il contatto umano e pratico della visita. Un video collegamento potrebbe addirittura falsare la prognosi per quanto non percepibili dallo schermo. Gli era venuto la voglia di recarsi al camper presente a Tatti per manifestare il suo dissenso ma poi ha rinunciato perché non sta bene ed è stanco di continuare a vedere palliativi con i quali si vorrebbe sostituire quello che manca ovvero un ambulatorio decente, con un medico assegnato, non costretto a fare il burocrate ma pronto a curare come si deve i propri assistiti".

"Altre due persone ci dicono invece che dopo il pensionamento del loro medico di fiducia a distanza di alcune settimane non hanno disponibilità di un proprio medico e ci sono stati suggerimenti di prendere addirittura medici che svolgono attività in altri comuni. Non ci siamo e l’azienda dove ci sono decine e decine di direttori, scarica sui professionisti a partire da quelli del territorio come i medici di famiglia ai quali vengono assegnati numeri spropositati di assistiti distribuiti su un territorio dove la popolazione è distribuita tra frazioni e campagne mal raggiungibili da una viabilità che non consente una mobilità veloce. Questa formula di elevare il numero degli assistiti ci auguriamo che venga superata quanto prima e non si giustifica adducendo che non ci sono medici disponibili, perché quei pochi o tanti che ci sono, è difficile che accettino di venire a lavorare su un territorio orograficamente svantaggiato come il nostro. Il numero chiuso è una delle cause sulle quali le Regioni e nel nostro caso la Regione Toscana non è mai intervenuta, ci sono poi proposte di contratti indecenti come quelli a termine proposti ai professionisti che li incoraggiano a cambiare e scegliere sedi dove ci sono minori difficoltà e una retribuzione in linea con le norme che consenta anche di avere una vita privata che rappresenta un diritto", conclude Daniele Gasperi – PCI Colline Metallifere.