PCI: "Il 25 aprile è riconciliazione del paese e condanna del fascismo"

Grosseto: «Bello rivedere le piazze con tanta gente - si legge nella nota della Segreteria PCI Federazione di Grosseto -, bello cantare Bella Ciao, bello festeggiare il 25 aprile la giornata più importante per il nostro PaeseEd a Grosseto eravamo in molti. Poche bandiere, qualcuno preferisce restare anonimo per meglio destreggiarsi o sinistreggiarsi se non trasformarsi in civico secondo le proprie necessità di potere.

A Grosseto eravamo tanti ma dovevamo essere molti di più non per intimorire o zittire qualcuno ma per dimostrare quanto questo Paese possa dire di essere ANTIFASCISTA. E invece sempre più spesso si utilizza l’antifascismo come strumento di propaganda.

La questione di via Almirante non è nata oggi ma ben 5 anni fa, oggi probabilmente arriva all’epilogo e poco o nulla si potrà fare se si resta solo in piazza a voltare le spalle al sindaco o a cantare Bella Ciao. Forse è bene ricordarsi che allora, nel 2018, non furono intraprese azioni forti e ci fu il tentativo di far fallire le manifestazioni contestando la presenza di bandiere. Chissà allora forse serviva non contestare e restare fermi a guardare.

Azioni più forti e determinate servono. Ad esempio perché non impugnare l’atto e portarlo di fronte al Tribunale per contestarlo come contrario all’etica e all’ispirazione antifascista della nostra Costituzione? Almirante, il boia della Maremma (e non solo) non può essere ricordato con l’intitolazione di una via è contraria alle norme sulla toponomastica che ne indicano quali sono i requisiti e, soprattutto i meriti. Almirante sarebbe forse meritevole di aver mandato al macello 83 minatori, per continuare poi con Maiano Lavacchio e i numerosi civili trucidati dai nazi – fascisti? No. Tutto questo è contrario alla norma per l’intitolazione delle vie e offende nel profondo la Costituzione scritta con il sacrificio di tanti partigiani e civili perché riconosce un boia fascista e uccide ancora una volta i martiri del nazi - fascismo.

Fare quindi azione comune, impugnare fin che si è in tempo l’atto di fronte al tribunale e chiedere la sospensiva in attesa di sentenza.

Ieri sono contate anche le assenze perché sarebbe stata importante la presenza anche di altri comuni primo tra tutti quello di Massa Marittima che ha combattuto e vinto la battaglia giuridica contro Almirante. Lo diciamo senza far polemica ma ne prendiamo amaramente atto.

Non servivano inviti, servivano le presenze, magari anche la presenza di un singolo assessore o consigliere per dire al Sindaco di Grosseto a nome degli 83 minatori, di Norma, dei fratelli Molendi e di tutte le vittime uccise dalla follia, di fermare la sua assurda voglia di riconciliare dimenticando chi era tra i liberatori e chi tra i nazi – fascisti, pensando che dedicare una via Berlinguer e una ad Almirante sia “riconciliare” e i due politici possano stare sullo stesso piano.

Bastava per ricordare al Sindaco Vivarelli che la Resistenza e la Liberazione non appartengono ai comunisti, alle bandiere rosse ma patrimonio di chi le riconosce come valori di Libertà senza rinnegare o riscrivere in modo sbagliato la storia che ha visto Resistere, Combattere e Liberare il Paese grazie con il contributo fondamentale dei Partigiani e la Libertà e la Democrazia l’hanno regalata a tutti, mettendola pure nelle mani di chi crede ancora che Mussolini e il suo ventennio abbiano portato del bene alla nostra povera Patria».