Pasqua: carne d'agnello sulle tavole, ma attenzione alla provenienza

Un agnello su due arriva dall’estero. Coldiretti: “Preferite acquisti di carni IGP o direttamente dai produttori”.

Grosseto: Più di quattro famiglie maremmane su 10 (44%) porteranno carne di agnello a tavola a Pasqua, in aumento del 13% rispetto allo scorso anno, per rispettare le tradizioni ma sostenere anche la sopravvivenza di 600 allevatori colpiti dalla siccità nei pascoli e dai rincari dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina ma anche dalle quotidiane predazioni da parte di lupi e canidi. Fenomeno, quello delle mattanze di greggi, che hanno portato alla scomparsa di 500 stalle. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ in occasione dell’avvicinarsi della ricorrenza durante la quale si acquista gran parte dei circa 1,5 chili di carne di agnello consumati a testa durante tutto l’anno invitando le famiglie a scegliere carni di agnello italiane e soprattutto locali. “La grande tradizione pastorizia della maremma – spiega il Delegato Confederale, Fabrizio Filippi – ha in questa ricorrenza uno dei momenti più importanti per la sopravvivenza di un settore che è messo continuamente a dura prova. Tra i principali, che hanno causato la chiusura di 500 stalle in un decennio, ci sono le predazioni che hanno ridotto in maniera importante la presenza dei pastori nelle nostre campagne e sulle nostre montagne con effetti sul mantenimento del paesaggio e sul dissesto idrogeologico. La Pasqua è la festa per dimostrare di essere vicini ai nostri allevatori acquistando carni italiane e meglio ancora se locali avendo la fortuna di ricadere sull’areale dell’IGP”.

Tra le ricette più gettonate a base di carne di agnello in cucina per l’occasione ci sono – continua Coldiretti Grosseto – le costolette panate e la spalla farcita con la salsiccia, la più tradizionale teglia al forno con patate alla cacciatora o cotto in umido oppure arrosto. Tra coloro che non rinunciano all’agnello, il 58% acquisterà in supermercati e macellerie quello Made in Italy e un altro 22% lo andrà addirittura a comperare direttamente dal produttore per avere la garanzia dell’origine, mentre solo un 20% non si curerà della provenienza di quel che metterà nel piatto, secondo Coldiretti/Ixe’.

Per evitare rischi e portare in tavola qualità al giusto prezzo l’appello di Coldiretti Grosseto è quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale come l’IGP del Centro Italia o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando è possibile. In una situazione in cui oltre un agnello su due (55%) presente nei banchi frigo per Pasqua è di origine straniera il pericolo è, infatti, di mettere nel piatto carne spacciata per italiana che non rispetta gli stessi standard qualitativi di quella nazionale.