Ma come era la Grosseto ante alluvione?
Non immaginavo che sarebbero uscite fuori storie di una intensità e di una sensibilità così coinvolgente. Pensavo ai soliti ricordi, all'acqua che sale, agli elicotteri che volano, ai vigili del fuoco sui gommoni. Con forte emozione ho letto contributi che rivelano l'altra faccia dell'alluvione. Quella che era rimasta sin qui sconosciuta, e quando dico sin qui intendo per mezzo secolo.
Mi sono reso conto che un vero e proprio viaggio dentro l'alluvione del 66 non è mai stato compiuto. Gli stessi media si sono limitati al compitino, a scrivere cronache scontate ed a pubblicare immagini ufficiali. Nessuno si è preso la briga di "scavare", o meglio, di "mettere un braccio" dentro a quell'acqua melmosa, giallastra e oleosa per estrarre il vissuto del prima, del durante e del dopo. Che fine hanno fatto le decine e decine di aziende artigiane e commerciali, le decine e decine di aziende agricole annientate da quel tragico evento naturale? Cosa è rimasto di un patrimonio di conoscenze, di abilità manuali, travolto dalla piena? La città nel tempo è profondamente cambiate, molte attività hanno cessato sotto l'incalzare della crisi economica. Ma come era la Grosseto ante alluvione? Come la piena ha modificato la vita di tanti maremmani? Amici, so di offrirvi un tema suggestivo e doloroso. Però lo dovevo fare. Chiudete gli occhi e cercate di ricordare. Ripensate ai negozi, alle botteghe, ai magazzini. Riconducetevi con la memoria a come erano prima e fotografate, se ci riuscite, il loro tragico "dopo".
Penso che sarebbe un gesto di riconoscenza postuma dovuto a quei tanti che oggi non ci sono più ma che all'epoca, con la loro quotidiana instancabile attività, contribuivano alla crescita di Grosseto, senza immaginarsi la catastrofe incombente.
Foto BF