Annullata l’inaugurazione del presepe vivente di Tarquinia per il forte vento
Italia Nostra, Sez. Maremma Toscana e WWF, provincia di Grosseto, rispondono al Pd
Grosseto: “I dirigenti del PD, - dicono Italia Nostra, Sez. Maremma Toscana e WWF, provincia di Grosseto - sulla vicenda dei gessi rossi Venator scrivono contenuti che meritano una risposta. Non perché sono del tutto simili alle critiche che ci hanno già mosso la Confindustria e i sindacati aziendali di destra, ma perchè con gli stessi metodi tentano di gettare discredito sulle nostre posizioni, senza mai entrare nel merito dei documenti tecnici che citiamo.
Il conflitto che ci ha visto opporci al progetto di depositare nelle cave di Pietratonda un milione di tonnellate di gessi rossi non si basa affatto su posizione ideologiche, come hanno scritto, ma sui dati analitici prodotti da Uffici pubblici, che evidentemente o non sono mai stati letti e conosciuti dal PD o si finge di non sapere.
Il gesso rosso dal DM 5.2.98 è rimasto un rifiuto speciale che per le sue caratteristiche non può essere utilizzato con procedure semplificate, cioè senza verificare attentamente dove si può collocare, perché cede metalli, solfati e cloruri molte volte superiori ai limiti di legge. L’ultimo Rapporto[1] di ARPAT conferma che tali rifiuti non sono mai cambiati e che a Pietratonda non si possono collocare in ogni parte, rischio l‘inquinamento della falda idrica. Noi non siamo affatto soggetti affetti dalla sindrome non nel mio giardino, come scrive il signor Termine, perché combattiamo le forme di inquinamento in tutto il paese e non ci impressiona la sua arroganza quando auspica di “sgombrare il campo dai disturbi polemici”. Per tutelare l’occupazione nel settore, abbiamo fatto tre proposte alternative, ma si fa finta di non sapere.
Il problema reale è la sudditanza dei politici locali alla dirigenza Venator, storicamente testimoniata dai documenti: il primo studio tecnico commissionato dalla Regione[2] sul deposito a piè di fabbrica dei rifiuti Tioxide nella piana di Scarlino è di 35 anni fa. In tale Rapporto si raccomandava di individuare altrove, per la scarsa portanza dei terreni dell’ex padule, una discarica a noma di legge. La discarica non è stata mai realizzata e ancora oggi si continua a depositare a piè di fabbrica i gessi rossi, nonostante che sia certa la contaminazione delle falde idriche fino al mare, per valori fuori limite di manganese, solfati e cloruri. La politica ha invece assecondato la strategia aziendale, volta a superare i limiti di legge, concedendo diverse deroghe. Ma se le deroghe hanno consentito all’azienda di cedere i suoi rifiuti senza costi, non hanno potuto cambiarne i caratteri chimici, né hanno potuto eliminare gli obblighi di bonifica a carico di chi li usa.
Sia nell’Accordo Volontario del 2004, che in quello del 2015, tra Regione, Sindaci e Tioxide è scritto che: “La Tioxide, si impegna ad attivare tutte le iniziative finalizzate al riutilizzo e all'individuazione di possibili soluzioni per la riduzione dei gessi provenienti dal proprio ciclo produttivo” ma non c’è stata nei decenni nessuna riduzione, né la prospettiva del progetto che li potrebbe dimezzare dà numeri risolutivi. Oggi il PD ripropone gli stessi rinvii. Chi segue una scelta ideologica, lontana da ogni evidenza della realtà documentata, incapace di tutelare l’occupazione, l’ambiente e la legalità?”, così termina la nota.