In crisi la radiologia di Grosseto, si teme la fuga dei professionisti

Il sindacato chiede un piano condiviso che permetta di garantire i servizi senza mortificare la professionalità dei medici

Grosseto: Le feste natalizie, ancorché essere momento di serenità, sono state turbate nella radiologia dell’area grossetana da un aggravamento delle condizioni di lavoro degli specialisti radiologi dell’ospedale Misericordia di Grosseto. Il nuovo anno non prelude a miglioramenti.

Il clima, già difficile delle condizioni di lavoro per la pandemia e la riduzione degli organici, è stato precipitato dalla decisione di imporre turni di servizio e di reperibilità notturna e festiva ai medici radiologi di Grosseto proiettati su altra sede in orario istituzionale, sull’Ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello. La necessità di dare un supporto ai medici radiologi di Orbetello, ridotti a sole tre unità compreso il direttore, è reale e non c’è nessuno che la disconosca o voglia sottrarsi al dovere dell’azienda di garantire servizi essenziali.

Ma il metodo imperioso, spacciato per mobilità interna - quindi senza neanche l’ordine di servizio, che per i medici viene qualificato come mobilità d’urgenza, che è strutturato con regole e garanzie precise, a vantaggio sia dei dipendenti che dell’Azienda – è inaccettabile nella sostanza. In primo luogo adotta la soluzione più grossolana rispetto a soluzioni più sostenibili che potrebbero venire da un confronto tra le parti e, contemporaneamente, utilizzare i medici come tappabuchi mette in crisi i servizi attualmente già garantiti con difficoltà all’ospedale di Grosseto; è irragionevole perché potrebbe avere gravi conseguenze sul rischio clinico e non considera consapevolmente il grave rischio negli spostamenti d’urgenza nelle ore notturne sull’Aurelia; è gravemente lesivo di quanto prescritto nei contratti, nelle delibere regionali e negli accordi integrativi sulla mobilità, facendo strame dei diritti dei lavoratori e della sicurezza sui luoghi di lavoro. L’allarme dei radiologi di Grosseto è quindi più che giustificato.

In un momento di grande difficoltà per reclutare professionisti, imporre turni di questa fatta incrementa le fughe verso le altre sedi e il privato, sempre più diffusamente convenzionato con il SSN, che sta assorbendo con facilità le poche risorse disponibili. Tutto questo va generando una confusione formale e sostanziale tra livelli organizzativi diversi (UOC-UOC e UOC-Dipartimento). A chiosa, non possiamo glissare, nelle contingenze attuali, sulla pubblicità di questa vicenda sui professionisti, che vanifica anche gli sforzi intrapresi unitariamente dalla direzione e dai sindacati per rendere più attrattiva la Asl Toscana sud est.

Le OO.SS. maggiormente rappresentative – impegnate da sempre a garantire i servizi, partendo dalla dichiarata disponibilità dei radiologi di Grosseto a dare una fattiva collaborazione in un piano di sostegno condiviso e funzionale - hanno chiesto un incontro urgente con la direzione aziendale e presentato proposte innovative e sostenibili per un aiuto concreto ai radiologi di Orbetello, costretti a carichi di lavoro inaccettabili e nel contempo garantire i diritti dei colleghi radiologi di Grosseto ad una vita professionale e personale sostenibile. 

La risposta della direzione aziendale, sul problema principale e non negoziabile di una reperibilità d'imperio in un ospedale diverso da quello di assegnazione, è stata di totale chiusura, non curante del rischio clinico per non considerare la prospettiva di un via vai notturno tra Grosseto ed Orbetello sull’Aurelia. Vogliamo sperare che ci sia ancora spazio di riconsiderare da parte della direzione dell’Azienda Sud Est l'opportunità di un ascolto tempestivo ed efficace e di non essere obbligati ad aprire vertenze che non aiutano al perseguimento di quel clima interno di cui si parla molto, che il Laboratorio Management e Sanità (Mes) della Scuola Sant’Anna di Pisa si appresta a misurare nelle prossime settimane, e che tutti insieme, azienda e professionisti, dobbiamo coltivare ogni giorno.