Il discorso di Chicchi, al Teatro Fonderia Leopolda

In occasione dei 75 anni della Costituzione Italiana, il 1° giugno al Teatro Fonderia Leopolda va in scena lo spettacolo, ad ingresso gratuito, dedicato alla più giovane delle ventuno donne elette il 2 giugno del 1946 nella neonata Repubblica Italiana

Follonica: Con i suoi 25 anni, Teresa Mattei è stata la più giovane delle ventuno donne elette il 2 giugno del 1946 nella neonata Repubblica Italiana. La più giovane delle Costituenti. Per celebrarla, il prossimo 1° giugno alle 21.15 al Teatro Fonderia Leopolda andrà in scena lo spettacolo “Il discorso di Chicchi – Teresa Mattei alla Costituente”, con Alessia Donadio, testo e regia di Monica Luccisano. Lo spettacolo sarà ad ingresso gratuito.

«In occasione del 75esimo anniversario dell'entrata in vigore della nostra Costituzione – spiega il sindaco Andrea Benini – abbiamo voluto dedicare una serata a una figura femminile incredibilmente importante, che ha dato il suo contributo alla stesura dell’Articolo 3 della Costituzione: Teresa Mattei. Ringrazio il Forum del Volontariato per aver aiutato nell'organizzazione dello spettacolo che vede il patrocinio dell'Isgrec e dell'Anpi sezione Virio Ranieri».

Ex partigiana con il nome di battaglia Chicchi, sempre fedele ai suoi ideali, metteva in primo piano la libertà di pensiero, la libertà morale e politica, e l’impegno civile per salvaguardare i diritti dei più deboli. Quando nel 1938 entrano in vigore le leggi razziali, Teresa Mattei, una ragazza di diciassette anni che frequenta il liceo Michelangiolo a Firenze, rifiuta di partecipare alle lezioni che promuovono la “difesa della razza”: fu un atto di ribellione punito con l’espulsione definitiva dalla scuola.

Da quel momento comincia la sua formazione politica:Teresa diventa partigiana. Dopo la morte in carcere del fratello Gianfranco, suicida dopo molte torture, si impegna sempre di più nella lotta contro il nazifascismo e partecipa alla guerra civile italiana nel Fronte della Gioventù, con il nome di battaglia Chicchi. Fonda i Gruppi di Difesa della Donna, e finisce la guerra di Liberazione con il grado di Comandante di Compagnia. È catturata dai tedeschi, torturata e violentata, ma tenacemente torna a combattere nella battaglia per la Liberazione di Firenze. Terminata la guerra, la sua forza e concretezza si trasferisce nell’impegno politico. Viene eletta e diventa una delle 21 madri costituenti in un parlamento di 500 uomini.

Il suo discorso alla Costituente è denso e appassionato, come la sua vicenda umana. Nel corso della redazione della Carta Costituzionale, merito suo è l’inserzione nell’Articolo 3, nel comma 2, della specifica “di fatto”, un elemento cruciale per la effettività e sostanzialità della parità sociale: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese».