I videogiochi inquinano?
I videogiochi inquinano? Sì, soprattutto le loro copie fisiche.La chiamano l’ottava arte, anche se per noi, considerando quello che può offrire a livello di incredibili emozioni audio-visive, potrebbe benissimo essere definita la prima e la più importante arte in assoluto, almeno di questo secondo ventennio degli anni 2000.
Stiamo ovviamente parlando dei videogiochi, non dei “videogiochi degli inizi”, quelli degli anni d’oro di NES e Sega Master System per intendersi, quanto di quei capolavori di grafica e di giocabilità che stanno ormai spopolando su console e in rete. Senza nulla togliere a Super Mario Bros, Metroid, Mega Man, titoli che hanno aperto la strada a una rivoluzione videoludica che ancora oggi non si è conclusa e che continua a mettere al centro di tutto le nostre esigenze di gamer, ma non c’è proprio confronto con un capolavoro come FIFA 2022 oppure con capolavoro come PES 2022. Se i più pignoli potrebbero obiettare che PES 2022 non è affatto un capolavoro, perché ha fatto un passo indietro rispetto al più apprezzato PES 2021, è perché non hanno mai provato a immaginare con la mente avventure sportive, e non solo, in salsa 8bit offerte da “mamma Nintendo”. Punti di vista a parte, i giovani di ieri erano entusiasti sia delle “figure pixellose” sia degli 8 colori delle cartucce che giravano sulla console prodotta dal 1983 al 1995, mentre i giovani di oggi sono entusiasti di Mortal Kombat 11 Ultimate, di Demon's Souls e di Hitman 3, che girano egregiamente su PS5. Merito del livello di programmazione, che a prescindere dall’epoca del gaming di riferimento è stato capace di regalarci un “effetto wow”; rispetto ai capolavori degli anni ’70 di Atari, quelli della Nintendo di metà anni ‘80 erano il meglio in assoluto, e rispetto ai capolavori della PS3, quelli della PS5 sono di un altro livello. Precisato questo, ora entriamo nel vivo della questione, che non è certo quella di confrontare più videogiochi tra loro, come sembrerebbe leggendo queste righe, ma cercare di capire se e come i videogiochi inquinano. Avete ragione, forse ci siamo dilungati un po' troppo parlando di tutt’altro, ma è colpa della passione che abbiamo per quella che oggi tutti chiamano l’ottava arte!
Importanti emissioni di CO2
Un videogioco fisico, come può essere Cyberpunk 2077, durante la sua produzione emette qualcosa come 0,39 kg di CO2. Se vi sembra poco, moltiplicate questo numero per circa un milione di copie e sicuramente vi accorgerete che la questione che stiamo per trattare nel dettaglio è piuttosto seria. Non solo, l’impronta di CO2 aumenta quando i videogiochi vengono successivamente messi in commercio all’interno di bellissime custodie in plastica in polietilene, corredati da copertine in carta lucida anch’esse bellissime e allo stesso tempo inquinanti. Insomma: ogni volta che acquistiamo un titolo di nuova generazione, che dà il meglio di sé sulle console più performanti in circolazione, non facciamo per nulla il bene dell’ambiente. Immaginiamo che a questo punto vi starete chiedendo:” Quindi per difendere la natura ci state forse chiedendo di non giocare più ai videogiochi?”. In realtà no. Vi suggeriamo di passare alle copie digitali di tali videogiochi. Ossia? Seguiteci nel prossimo paragrafo e vi spiegheremo meglio cosa intendiamo.
Copie digitali, un piccolo aiuto per l’ambiente
Se tutti noi invece di acquistare una copia fisica inscatolata, ad esempio di PES, ne acquistassimo una disponibile in formato digitale, già così facendo eviteremmo di inquinare, o quantomeno inquineremmo di meno, considerando che dai 0,039 kg di CO2 passeremmo ai 0,017 kg di CO2. Non a caso vi diciamo questo, perché la plastica utilizzata per proteggere un titolo come Pro Evolution Soccer, che va a ruba tra gli appassionati, è davvero tanta, dunque uno o più download potrebbero davvero salvare il pianeta! Quando si parla di contrasto all’inquinamento, non ci vengono in mente solo i videogiochi ma anche i casinò. Ossia? Quando decidiamo di recarci presso quelli fisici, di solito abbiamo bisogno di spostarci con la macchina, e in questo modo inquiniamo fin troppo consapevolmente. Discorso diverso sarebbe se scegliessimo di restare a casa e di collegarci online con le migliori piattaforme che mettono a disposizione i più interessanti bonus casinò. In quel caso faremmo un favore all'ambiente e a noi stessi non perdendo l’occasione di divertirci. Sembrano sciocchezze, ma in realtà sono semplicemente piccoli gesti che possono fare la differenza se fatti da più persone. Oggi che la tematica ambientale è d’attualità è più facile che ciò accada; negli anni ’80 con le cassette NES nessuno, nemmeno i media, si è mai preoccupato di ricordarci che acquistando The Legend of Zelda non facevamo il bene della natura ma solo il nostro. C’è anche da dire che di alternative allora non ce ne erano, nel senso che le copie digitali non esistevano. Eravamo pur sempre agli inizi di quella rivoluzione videoludica di cui vi abbiamo accennato prima, e se da qualche parte non si incomincia poi non si può certo correggere il tiro! E il tiro oggi può essere corretto a livello ambientale non pregiudicando in alcun modo l’incredibile livello a cui sono arrivati i videogame di ultima generazione.
I download a partire dal 2019 sono aumentati (almeno nel Regno Unito)
La buona notizia è che da 2 anni a questa parte molte persone, già consapevoli della problematica ambientale di cui vi stiamo parlando, hanno puntato decisamente sui download digitali. Per farvi un esempio, sappiate che nel 2019 nel Regno Unito la vendita di copie fisiche di videogiochi si è ridotta di un buon 20%. Nello stesso tempo sono aumentate le vendite legate all’online, e questa cosa pone un problema/opportunità per le aziende che operano nel settore ludico, nel senso che d’ora in avanti dovranno sviluppare un network che permetta download immediati e sfide in multiplayer ancora più intuitive rispetto a oggi. Ma questo è un altro discorso, un discorso che esula dal nascente binomio videogiochi-ambiente che sta via via prendendo piede. Ed è un bene per noi che abbiamo a cuore tutto ciò che è legato a un futuro il più possibile green, e che al tempo stesso non vediamo l’ora di immergerci in un universo del gaming sempre più moderno e ricco di sorprese. Divertirsi in maniera consapevole e sostenibile non è più il futuro, ma un qualcosa che per fortuna ha a che fare con il presente.