Gessi rossi, comitato Val di Farma: ‘Non c’è da fidarsi di nessuno?’
Roccastrada "Approfondendo la gestione dei gessi rossi in provincia di Grosseto […] La gravità di questa storia è chiara: trovato l’inquinamento, la legge lo mantiene. Parliamo di enormi quantità di rifiuti industriali che dovevano andare in discarica, e invece vengono usati dal 2004 per il ripristino ambientale di una ex cava.
Così hanno inquinato il terreno e due falde acquifere. Il tutto con il benestare della Regione Toscana e delle istituzioni centrali. […] Basta cercare nuove cave esaurite da riempire con i gessi rossi: è tempo che questo rifiuto speciale venga smaltito correttamente in discarica ed è necessario cancellare le deroghe introdotte nel tempo».
Sembra, vero, un comunicato di quegli ambientalisti deliranti che dicono sempre no a tutto pur di mettere i bastoni tra le ruote a chi lavora seriamente?
Invece no! Invece è la conclusione del comunicato stampa redatto su carta intestata della Camera dei Deputati – Senato della Repubblica dalla “Commissione Parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ad esse correlati”.
Questi “tizi” sostengono che le acque sotterranee alla cava di Poggio Speranzona a Montioni siano inquinate dai gessi rossi; e che anche le falde della piana di Scarlino siano inquinate dai soliti gessi rossi della Venator. Gli stessi “tizi” sostengono che diversi Enti Pubblici - Regione, Comuni, Provincia, Arpat e Asl – abbiano avallato negli anni la prosecuzione dell’inquinamento delle falde senza neanche verificare che la ditta procedesse almeno alla bonifica.
I soliti ambientalisti questa volta non vogliono commentare, amareggiati dal fatto di aver “scoperto” che il loro “giardino” è veramente inquinato; amareggiati dal fatto di aver “scoperto” che gli Enti preposti al controllo abbiano tradito la fiducia in loro riposta dai cittadini; amareggiati dal fatto che in tutto questo ci rimette l’ambiente, la salute e il lavoro.
Sempre quegli ambientalisti pensavano che la politica si sarebbe arresa all’evidenza, si sarebbe arresa alla credibilità di una Commissione Parlamentare che trasmette alle Camere una relazione costata ore e ore di lavoro. E invece – ahimè, poveri illusi! – proprio un deputato, Luca Sani, deputato di quel PD che governa la nostra Regione e che siede in una di quelle Camere, mette in dubbio la credibilità della stessa Commissione dichiarando che “le conclusioni della relazione restano poi sospese ed ambigue”. Così ambigue, a leggerle, non sembrano, ma tant’è… se lo dice un Deputato!
Ci chiediamo, allora, però… se la politica decide di ignorare le analisi dei tecnici, e ritiene privo di credibilità anche lo studio di una Commissione Parlamentare di inchiesta, il povero cittadino, magari - per sfortuna sua - pure ambientalista, di chi si deve fidare? Non di quei tecnici pagati dai contribuenti e che lavorano per gli Enti Pubblici, non del Parlamento e dei suoi organi che si infangano l’un l’altro, e neanche delle Istituzioni locali che sembrano tra loro non esser per niente d’accordo… W l’anarchia?", cos' termina il comunicato