Fondazione Grosseto Cultura: il sindaco replica a Simiani, Marras e Bartolini

Vivarelli Colonna: "La sinistra, come al solito, si dimostra incapace di dire il vero".

Grosseto: “La sinistra dovrebbe smetterla, una volta per tutte, di creare artificialmente la propria verità. Un modo di fare fazioso e strumentale al quale siamo abituati, che è ampiamente smascherato ma a cui continuano a ricorrere non avendo altri argomenti”. Esordisce così Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto, in risposta alle dichiarazioni di Marco Simiani, Leonardo Marras e Davide Bartolini.

“Il PD – prosegue – fa finta di non aver letto l’esaustiva replica di Fondazione Grosseto Cultura, che nega qualsiasi collegamento tra il tema dell’asterisco e quello del non rinnovo contrattuale (anche in questo caso Simiani, Marras e Bartolini usano, impropriamente e intenzionalmente, il termine distorto e fuorviante di “licenziamento”) di cui sono state oggetto le cooperative Clan, Le Orme e Silva. Ciò è dimostrato proprio dal fatto che la decisione del Cda di Fondazione Grosseto Cultura non riguarda solo la prima cooperativa. Una trappola piuttosto pietosa, quella del Pd, in cui non cado certamente. La sinistra grossetana, del resto, è questa: pronta a gettare fumo negli occhi, gridando le proprie falsità, con l’obiettivo di coprire quanto di buono si sta facendo in questi anni.

E allora, andiamo oltre questo bieco e vergognoso tentativo di strumentalizzazione e torniamo sul tema del mancato rinnovo di cui, lo ribadisco, non sono stato messo al corrente, né io né il mio assessore Luca Agresti. A questo proposito, ricordo che non esiste un regolamento che obbliga la Fondazione a informare preventivamente il Comune sulle questioni gestionali. Il Cda, che ha la mia fiducia, ha dunque piena autonomia ed è in grado di assumersi la completa responsabilità delle proprie decisioni per il bene del territorio. Ecco perché è grave che i nostri avversari usino questo argomento solo con lo scopo di far sorgere un caso politico laddove invece non esiste. E non lo dico solo io: anche nel corso degli incontri che ho avuto con il Cda, con i direttori e con le stesse cooperative, infatti, si è ragionato esclusivamente di temi organizzativi riguardanti le attività della Fondazione e delle motivazioni che hanno portato alla scelta di cambiare. In nessun caso si è parlato della questione asterisco e, in particolare, i diretti interessati della cooperativa Clan non vi hanno fatto il minimo riferimento.

Come già fatto in passato – conclude Vivarelli Colonna – invito la sinistra a trovare altri argomenti, a non tentare di addomesticare i fatti secondo la propria convenienza e a recuperare una, seppur minima, dignità nell’ambito del dibattito territoriale”.