Economia, Ciani: 'bene contributo a fondo perduto, ora chiediamo che venga erogato con tempestività'
Grosseto: “La mancanza di liquidità dovuta a 3 mesi di chiusura forzata con relativo mancato guadagno e la necessità di far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020, rappresenta la spada di Damocle per la maggioranza delle piccole e piccolissime imprese artigiane.”
E’ questo il preoccupante bilancio delineato dal segretario di Confartigianato Imprese Grosseto Mauro Ciani.
“Tra marzo e aprile oltre il 60% delle imprese locali hanno subito un importante calo del fatturato e molte non sanno se, e come, potranno continuare l’attività. Abbiamo assistito a tante promesse, dichiarazioni e provvedimenti deludenti da parte del Governo– spiega il segretario – oggi dobbiamo dire che l’unico intervento che va nella direzione giusta per tentare di salvare l’economia è l’erogazione del contributo a fondo perduto previsto dall'articolo 25 del decreto rilancio.
Si tratta di un aiuto non risolutivo rispetto a quanto sarebbe necessario, ma se i tempi di erogazione saranno rispettati, garantirà quella preziosa boccata di ossigeno comunque ad oggi necessaria per gli imprenditori, ma francamente del tutto insufficiente a ristorare i mancati introiti. Tutti gli altri provvedimenti, compreso il decreto liquidità, che prevede finanziamenti assistiti al 100% dalla garanzia dello Stato, comunque dovranno essere rimborsati dalle imprese agli istituti bancari con piani di ammortamento pluriennali.
In provincia di Grosseto – sottolinea Ciani – a fronte di oltre 30 mila imprese il 7% circa ha potuto accedere al finanziamento fino 25mila euro: sono state processate 2.371 domande, 200 delle quali presentate dalla nostra Associazione, per un totale di 46.653.012,25 euro. Ci domandiamo a questo punto se l’esiguità del numero delle domande presentate in rapporto al totale delle imprese presenti nel nostro territorio sia esclusivamente dovuta ad una scelta imprenditoriale di non voler ulteriormente indebitare la propria azienda con il rischio di non poter contare su una ripartenza certa o invece le cause debbano essere ricercate in contesti esterni alle normali dinamiche aziendali.
E’ evidente purtroppo che il contributo a fondo perduto è solo una piccola iniezione di liquidità – spiega Ciani – lo dimostrano due semplici esempi: una attività di ristorazione che nel mese di aprile 2019 aveva fatturato 69.922,00 euro e nello stesso mese del 2020 ne aveva fatturati 0,00, con ricavi e compensi per il 2019 di 919.000,00 euro ha avuto un differenziale tra aprile 2019 e aprile 2020 pari a 69.922 euro con un relativo potenziale contributo a fondo perduto di 10.488,30 euro (pari al 15% della perdita subita come previsto dall'art. 25 del decreto rilancio); altro esempio è quello di un’attività di edilizia: fatturato aprile 2019 34.850,00 euro, fatturato aprile 2020 16.080,00 euro, ricavi e compensi 2019 250.000,00 euro con un differenziale tra aprile 2019 e aprile 2020 pari a 18.770,00 euro avrà diritto ad un contributo a fondo perduto di 3.754,00 euro (pari al 20% delle perdite subite come previsto dall’art. 25 del decreto rilancio). Cifre come si nota ben lontane dall'essere sufficienti per risolvere le difficoltà nelle quali si trovano le aziende del territorio e minime rispetto a quanto concesso da altri paesi dell’area Ue, ma comunque fondamentali per le piccole e piccolissime imprese locali.
Ora – conclude il segretario – l’auspicio è che l’Agenzia delle Entrate si attivi quanto prima e tempestivamente eroghi quanto dovuto; abbiamo assistito a tante promesse e a tanti slogan ora è il tempo dell’azione concreta, se non si vuol assistere nei prossimi mesi alla morte del nostro sistema economico produttivo e della micro e piccola impresa.”