Diaccia Botrona. Botta e risposta, Gori (M5S) risponde a Patrizia Sivieri

Gori: "Su una cosa Patrizia Sivieri ha ragione: l’argomento Diaccia Botrona oggi è molto complesso"

Grosseto: La questione della Diaccia Botrona infiamma la politica. Giacomo Gori, consigliere comunali Movimento 5 Stelle Grosseto risponde alla Sivieri.

"Sarebbe certamente stato più semplice se anziché uscire a giochi fatti la Sivieri, che interviene sugli organi d'informazione per conto di un’associazione cittadina, avesse avuto la stessa sensibilità a settembre del 2021, quando si sono aperte le buste dell’asta pubblica avente per oggetto la vendita della Diaccia Botrona", afferma Giacomo Gori.

"Il Movimento 5 stelle, differentemente da lei, si è dato subito da fare ed ha lottato fino alla fine per evitare la vendita di 950 ettari di un luogo tra i più belli ed importanti d’Italia. Ma non solo non è intervenuta quando avrebbe dovuto. Interviene adesso raccontando alcune inesattezze. 

La prima: è un errore parlare di annullamento dell’atto perché la procedura amministrativa pare corretta, ossia nessun vizio, nessun errore. Salvo l’esito di ulteriori verifiche che stiamo portando avanti. Noi abbiamo parlato di revoca e non di annullamento e su di essa si sono concentrati i nostri sforzi.

La seconda: non è vero che il neo presidente della Provincia Francesco Limatola ha trovato al suo insediamento un “atto di vendita praticamente perfezionato”. Anzi è esattamente il contrario. E’ stata l’amministrazione di Limatola ad approvare tutti gli atti propedeutici, questi sì, che hanno messo fuori gioco la possibilità della revoca e consentito di perfezionare l’atto di vendita firmato venerdì scorso".

"Visto che la dott.ssa Sivieri ha deciso di citarmi, - prosegue Gori - mi permetto dunque di ricordare che la dottoressa era assessore all’ambiente, alle aree protette ed alla polizia municipale, esattamente quando, d’accordo con il suo presidente Leonardo Marras ed il resto dei componenti la giunta provinciale in carica nel 2013, decisero che quei 950 ettari non erano utili all’interesse collettivo se non per fare cassa, ovvero per esigenze di bilancio. Furono queste le motivazioni per le quali la Sivieri e gli altri rappresentanti delle istituzioni decisero che quei terreni della Diaccia Botrona, gli stessi che oggi vorrebbe che la Regione tutelasse estendendo in essi la riserva naturale, dovessero essere venduti".

"Concludo suggerendo alla Sivieri che, non è tanto importante l’esperienza istituzionale, la sua o la mia che l’ha particolarmente stupita, ma come si interpreta il ruolo che un ha all’interno delle istituzioni e soprattutto quali scelte si intende portare avanti nell’interesse dei cittadini. Lo stesso ha fatto Limatola: Prima firma un impegno politico importante per lo stop alla vendita che gli consente di guadagnare il mio voto fondamentale per la sua elezione a Presidente, dopodiché impiega un anno per approvare atti funzionali alla vendita, anziché fare il contrario. Ormai va di moda piangere sul latte versato", conclude Giacomo Gori, capogruppo Consigliere Movimento 5 stelle Grosseto.